Voci Siciliane

BUCALO BIAGIO BUCALO BIAGIO Pubblicato il 13/03/2011
ALIA   dal libro              DI CIRO LEONE CARDINALE

E dopo Palerm

ALIA dal libro DI CIRO LEONE CARDINALE E dopo Palerm

ALIA dal libro DI CIRO LEONE CARDINALE E dopo Palermo, a pochi giorni di distanza dal 4 aprile, fu trovata, per opera di diversi studenti universitari, reduci dalla capitale dell`isola, una bandiera tricolore, sulla guglia di una chiesa solitaria, staccata dal paese e in mezzo al verde della campagna, in segno di solenne sfida alle soldatesche borboniche che scorrazzavano nelle sue vicinanze. Quando poi si seppe che Garibaldi, diretto a Palermo, trovavasi già a Gibilrossa, partiva da Alia una squadra una squadra di giovani coraggiosi 20 guidati da Gaetano Zito e Cosimo Capuano, robusto, alto e intrepido portabandiera. Questa piccola schiera di volontarie camice rosse si trovò in prima fila nella battaglia del ponte dell’ammiraglio, sull’Oreto, compiendovi prodigi di valore. In tale occasione il Municipio di Alia sovvenne i comitati centrali, non solo, ma, ad iniziativa di tutti i cittadini, furono raccolte tele, e le donne correvano a frotte nell’oratorio si S. Anna, a preparar bende e filacce, che venivano apposite corriere portate, insieme e molte munizioni, nelle vicinanze di Palermo. Nel 1862. Garibaldi non era stanco; e allo scopo di unire, dopo il regno delle due Sicilie, Roma all’Italia, aveva pronunziato lo storico motto: o Roma o Morte! Chiamò di conseguenza a raccolta i suoi vecchi commilitoni e partì dalla Ficuzza, nell’intento di attraversare l’isola, generosa, che gli era già tanto fedele e devota, per raccogliere denaro, munizioni, armi ed armati. Il 2 agosto 1862 giungeva ad Alia, che esultante di gioia, lo accoglieva festosamente. Pernotto in casa del defunto don Matteo Guccione e difatti sulla facciata del palazzo venne apposta una lapide (infelice lapide!). Da uno dei suoi balconi arringò il popolo e poi, acclamato da un’immensa folla, in cui non facevano difetto le donne, i bambini, e i vecchi –fregiati della coccarda tricolore- preceduto dal clero e dalla musica cittadina, si recò alla madre chiesa, dove venne cantato un solenne Te Deum. Chi lo seguì degli aliesi, sino ad Aspromonte, qual volontario della brigata Catania, comandata da Ricciotti Garibaldi, fu uno studente in medicina, giovane entusiasta, il vivente cav. dott. Guccione Antonino, il quale nello scontro fratricida di Aspromonte, quando Garibaldi venne ferito al piede sinistro da una palla regia, aiutò a portare di peso, sino a Scilla, la barella su cui fu adagiato il ferito generale.

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