Come spesso accade, anche nelle guerre di indipendenza che portarono a
Come spesso accade, anche nelle guerre di indipendenza che portarono alla unità d`Italia, molte attese furono tradite e non sempre le nuove condizioni sono migliori dello stutus quo. Il Regno delle due Sicilie più che essere liberato fu conquistato dai torinesi i quali come tutti i conquistatori hanno pensato per prima ai loro interessi. Garibaldi riuscì nell`impresa perchè dotato di un forte carisma, che gli consentì di mobilitare le masse soprattutto di contadini, i quali vennero spinti sotto la promessa di terre e di una maggiore equità sociale a partecipare attivamente alle rivolte, pultroppo si resero presto conto che le promesse non sarebbero state mantenute. I "liberatori" spesso si comportarono come, se non peggio, di chi li governava!! Vedi la repressione fatta da Bixio in vari paesi del messinese, ai danni dei contadini che si erano ribellati ai loro latifondisti, che fece dire ad uno dei processati di Bronte: "quali liberatori, se ci trattate peggio dei Ns oppressori", per la cronaca a Bronte dei contadini si ribballarono e riuscirono ad abbattere i signorotti locali prima dell`arrivo dei garibaldini. Quando arrivarono le truppe guidate da Bixio arrestarono, processarono e fucilarono gli insorti, poichè il loro compito era di non stravolgere lo status quo esistende. La leva obbligatoria e l`aumento di tasse per risanare il bilancio del regno piemontese, finirono per gravare ancora di più sulla già misera condizione delle popolazioni, a ciò va aggiunto la mancanza di riforme strutturali e il saccheggio delle industrie meridionali a vantagio di quelle settentrionali. Ciò non toglie che l`Italia unita e riuscita a porsi tra le potenze europee, mentre nella situazione pre unitaria avevamo piccoli statarelli alla mercè delle nazioni straniere!!! Il protarsi di una situazione di profonda crisi soprattutto nel meridione è dovuta anche e soprattutto per la presenza di una classe dirigente incompetente, o peggio in completa malafede intenta a raggiungere i propri scopi personali anzichè provvedere alla tutela degli interessi della comunità. A tal proposito consiglierei la lettura del libro "i Vicerè", che mostra come i "grandi" uomini politici meridionali si siano sempre saputi adattare ai mutamenti, così che tutto cambi affinchè nulla cambi. C`è da pensare se ancora oggi, in un momento in cui tutte le realtà produttive della Sicilia scappano anche per la mancanza di infrastrutture e di garenzie di qualunque tipo l`unica risposta dei politici locali e il riattivarsi dei cantieri scuola, e la gestione parentelare delle aziende pubbliche usate per imbucare parenti e amici e/o per la creazione di botteghe di voto. Più che il saccheggio del settentrione potte la inettitudine, la mala fede, la collusione dei nostri "emeriti" politici meridionali!!! Il permanere di una perenne situazione di emergenza permette a coloro che hanno "le mani in pasta", di fare i propri "porci comodi", alla faccia di tutti coloro che ci ostiniamo a voler credere che un cambiamento di rotta sia ancora possibile!! Ogni volta che si cerca di operare dei cambiamenti, i grandi interessi saltano fuori e impediscono qualsiasi riforma. Bisogna ricordare che anche la riforma agraria venne asteggiata e che i piccoli contadini furono spinti a battersi a fianco dei latifondisti contro la riforma e contro i braccianti agrari, con l`inganno posto in essere dai latifondisti, che spesso erano anche amministratori, avallato anche da una parte della chiesa, che tale riforma aveva lo scopo di trasformarci nell`Unione Sovietica e finire sotto la dittatura comunista!!