Mi scuso se ancora una volta voglio andare contro tendenza, contro la
Mi scuso se ancora una volta voglio andare contro tendenza, contro la moda del momento, frutto del persuasivo plagio televisivo, di mal giudicare la classe operaia categoria della quale sono orgoglioso di far parte (o meglio ero orgoglioso di far parte!) Molti, troppi, i discorsi fatti per far passare la comune convinzione che le fabbriche fuggono dall`Italia (dalla Sicilia!) perché i lavoratori hanno altro a cui pensare che svolgere con decoro la propria mansione, "scioperano per vedere la partita" dichiarano alcuni in televisione, "..prendono la mutua per raccogliere le olive, svolgendo doppie attività e rubando energie all`attività lavorativa", "si inventano scuse per non fare anche quel poco che gli si chiede". Tutto può diventare verità se si amplificano i casi isolati facendoli diventare come comune abitudine. Stando così le cose è ovvio che le fabbriche chiudono andando ad impiantarsi dove vi è un maggiore senso del dovere, dove vi è la mentalità diffusa che fare il proprio bene vuol dire fare il meglio per la propria azienda. Questa maturità delle forze lavoro, guarda un pò, è stata raggiunta dai miei colleghi serbi e polacchi, mentre gli italiani ed i siciliani proprio non vogliono maturare! Lavorare in fabbrica non è come lavorare in un altro contesto. Il ciclo produttivo, la tempistica, i ritmi sempre più esasperati per massimizzare la produzione ed abbattere i costi, logorano il lavoratore fisicamente e psicologicamente. Conoscere il ciclo produttivo, viverne l`esperienza sulla propria pelle apre gli orizzonti facendo meglio comprendere il disagio dell`uomo-macchina e muovendosi verso una maggiore "umanizzazione" delle attività lavorative. Conoscere il ciclo produttivo vuol dire esseri consapevoli che la produzione può avvenire solo se gli operai sono tutti presenti nella catena, nessuno escluso! E` ovvio pensare che le "mele marce" sono in ogni luogo di lavoro (presumibilmente anche in Serbia o in Polonia!) ma proviamo a quantificarle e confrontiamone i numeri con altre realtà lavorative, magari la propria, tanto per capire se in coscienza siamo titolati ad aprir bocca non avendo TRAVI negli occhi così da potere facilmente scrutare le PAGLIUZZE dentro quelli altrui! Se da una parte l`opinione pubblica a gran voce sottoscrive l`esplicita suddetta responsabilità dei lavoratori come causa dell`esodo delle industrie italiane, dall`altra ecco arrivare le misure correttive al problema da parte di Ministri e titolati amministratori delegati della grande industria, misure che colpiscono pesantemente, guarda un pò, l`insieme di lavoratori seri che conoscono bene i loro doveri prima dei loro diritti pur non guadagnando 34 milioni di euro l`anno! Non voglio entrare nei meriti di discorsi che potrebbero non essere condivisi ma permettetemi di spendere una sola parola di elogio verso i LAVORATORI dell`EX Stabilimento FIAT di Termini Imerese che malgrado la chiusura, annunciata ben 2 anni prima, hanno continuato a dare il massimo per mantenere alti i livelli produttivi e tenere elevatissima la qualità del prodotto finito (Lancia Y) definita dal cliente, qualitativamente parlando, (nel 2011) tra le migliori del gruppo FIAT. Notevole se valutiamo con coscienza il fatto che quella produzione veniva da uno stabilimento in dismissione dove, visto il pesante giudizio che si portava dietro, doveva regnare il menefreghismo e l`assenteismo mentre, fino all`ultimo giorno di lavoro i LAVORATORI (minoranza delle MELE MARCE escluse!) hanno lottato contro la pesantezza di un lavoro sempre meno a misura d`uomo, contro la pubblica opinione, contro una dura scelta aziendale più simile ad una punizione che ad una sofferta decisione, contro un sistema che parla di impegno nel lavoro di qualità ma in realtà premia il basso costo della manodopera ed i regimi fiscali più favorevoli di altri paesi. Perdere il lavoro è di suo abbastanza penoso fartene sentire responsabile è come conficcare il coltello nella piaga.
VICARI RITA
31/03/2012
Viviamo in una società in cui il proprio interesse prevale su quello degli altri.
I nostri magnati dell`economia, delle industrie, spostando la produzione nei paesi dell`est vedranno diminuite le spese e centuplicati i guadagni...cosa vuoi che importi a loro se questo va a discapito dell`economia italiana e quel che è ancor più grave, a danno della vita di ogni singolo operaio?
Siamo ormai all`estremo delle nostre forze, siamo costretti a pagare cara una situazione di crisi e di recessione causata dalla cupidigia di chi ci comanda, di chi ha potere nella nostra società.
Speriamo presto il vento possa cambiare affinchè l`aria da respirare non sia più rarefatta dall`egoismo e dal cornaconto di chi non vede il male che tutto questo sta causando alla nostra società.
Viviamo in una società in cui il proprio interesse prevale su quello degli altri.
I nostri magnati dell`economia, delle industrie, spostando la produzione nei paesi dell`est vedranno diminuite le spese e centuplicati i guadagni...cosa vuoi che importi a loro se questo va a discapito dell`economia italiana e quel che è ancor più grave, a danno della vita di ogni singolo operaio?
Siamo ormai all`estremo delle nostre forze, siamo costretti a pagare cara una situazione di crisi e di recessione causata dalla cupidigia di chi ci comanda, di chi ha potere nella nostra società.
Speriamo presto il vento possa cambiare affinchè l`aria da respirare non sia più rarefatta dall`egoismo e dal cornaconto di chi non vede il male che tutto questo sta causando alla nostra società.
VICARI RITA
31/03/2012
Viviamo in una società in cui il proprio interesse prevale su quello degli altri.
I nostri magnati dell`economia, delle industrie, spostando la produzione nei paesi dell`est vedranno diminuite le spese e centuplicati i guadagni...cosa vuoi che importi a loro se questo va a discapito dell`economia italiana e quel che è ancor più grave, a danno della vita di ogni singolo operaio?
Siamo ormai all`estremo delle nostre forze, siamo costretti a pagare cara una situazione di crisi e di recessione causata dalla cupidigia di chi ci comanda, di chi ha potere.
Speriamo presto il vento possa cambiare affinchè l`aria da respirare non sia più rarefatta dall`egoismo e dal cornaconto di chi non vede il male che tutto questo sta causando alla nostra società.
Viviamo in una società in cui il proprio interesse prevale su quello degli altri.
I nostri magnati dell`economia, delle industrie, spostando la produzione nei paesi dell`est vedranno diminuite le spese e centuplicati i guadagni...cosa vuoi che importi a loro se questo va a discapito dell`economia italiana e quel che è ancor più grave, a danno della vita di ogni singolo operaio?
Siamo ormai all`estremo delle nostre forze, siamo costretti a pagare cara una situazione di crisi e di recessione causata dalla cupidigia di chi ci comanda, di chi ha potere.
Speriamo presto il vento possa cambiare affinchè l`aria da respirare non sia più rarefatta dall`egoismo e dal cornaconto di chi non vede il male che tutto questo sta causando alla nostra società.
TICLI ENRICO
31/03/2012
Sono "daccordo" che i magnati siano alla ricerca di maggiore competitività fuori dall`Italia ma se proprio devono farlo che la smettano di inventare scuse giustificando il loro esodo colpevolizzando i lavoratori che hanno troppi diritti e su cui gravano pochi doveri. Dire la verità può portare forse una maggiore impopolarità ed impopolarità fa rima con pubblicità negativa e meno vendite ma quantomeno aiuta, chi ha perso il lavoro, a buttare giù il boccone amaro. Se questo poco interessa ai magnati della politica ed a quelli dell`economia non ci resta che ricordarci che spesso nella vita siamo noi a trovarci sopra la loro testa...quando da lavoratori ci trasformiano in clienti e scegliamo un prodotto con raziocinio, vero nazionalismo e lucidità
ALBERGAMO FRANCESCA
01/04/2012
Il tentativo di delegittimare la classe operaia ha connotazioni antiche e affonda le proprie radici nell`arroganza della classe padrona, la quale può permettersi di evadere il fisco, portare all`estero i propri capitali, chiudere le fabbriche e ricollocarle all`estero, impunemente e con la consapevolezza di chi sa di essere intoccabile; tranne addurre le scuse di una classe operaia fannullona e costosa. Negli ultimi trent`anni, poi, un neo-liberismo selvaggio e senza regole e una globalizzazione dove tutto si rispetta tranne che l`uomo, dove le leggi sono quelle della finanza e del mercato e dove il silenzio assordante di chi gli interessi di quella classe operaia avrebbe dovuto difendere anziché tendere alla omologazione,ha prodotto un linguaggio verbale violento e tendente alla delegittimazione dell`operaio, tutto si è accentuato ed è diventato costume, cultura: scaricare la croce addosso ai più deboli. Il dominio borghese, poi, del borghese piccolo piccolo,quello che ha fatto i soldi ma odora ancora di terra, ha compiuto l`opera. Personalmente manderei questi signori in una fabbrica ha spaccarsi la schiena alla catena di montaggio ogni volta che eludono le leggi e si arrogano il diritto di offendere chi la schiena se la deve rompere per quarant`anni. So di cosa parlo,perché ho visto mio padre e mia madre spaccarsi la schiena e anch`io ho avuto un assaggio. Caro Enrico al peggio, però, non c`è fine. Pensa che ho sentito qualche giovane signora aliese fare dichiarazione del tipo: I ragazzi oggi non vogliono lavorare, questi ragazzi naturalmente sono i figli dei fannulloni, d`altra parte se sono figli di così tanto padri, mentre i loro figli, quelli dei borghesi piccoli piccoli che odorano di
terra questi già lavorano,appena laureati; perchè i loro papà, dopo averli cresciuti in panciolle con la carta di credito sempre gonfia,li hanno poi sistemati bene bene e loro che hanno tanta voglia di lavorare, lavorano fino a spaccarsi la schiena nei posti di comando. Cosi si perpetua la razza, e cosi sia! Augurando alla classe operaia che sappia alzare la testa, perchè non è mai tutta colpa di chi comanda ma anche di chi subisce inerme. Francesca
terra questi già lavorano,appena laureati; perchè i loro papà, dopo averli cresciuti in panciolle con la carta di credito sempre gonfia,li hanno poi sistemati bene bene e loro che hanno tanta voglia di lavorare, lavorano fino a spaccarsi la schiena nei posti di comando. Cosi si perpetua la razza, e cosi sia! Augurando alla classe operaia che sappia alzare la testa, perchè non è mai tutta colpa di chi comanda ma anche di chi subisce inerme. Francesca
ALBERGAMO FRANCESCA
01/04/2012
Il tentativo di delegittimare la classe operaia ha connotazioni antiche e affonda le proprie radici nell`arroganza della classe padrona, la quale può permettersi di evadere il fisco, portare all`estero i propri capitali, chiudere le fabbriche e ricollocarle all`estero, impunemente e con la consapevolezza di chi sa di essere intoccabile; tranne addurre le scuse di una classe operaia fannullona e costosa. Negli ultimi trent`anni, poi, un neo-liberismo selvaggio e senza regole e una globalizzazione dove tutto si rispetta tranne che l`uomo, dove le leggi sono quelle della finanza e del mercato e dove il silenzio assordante di chi gli interessi di quella classe operaia avrebbe dovuto difendere anziché tendere alla omologazione,ha prodotto un linguaggio verbale violento e tendente alla delegittimazione dell`operaio, tutto si è accentuato ed è diventato costume, cultura: scaricare la croce addosso ai più deboli. Il dominio borghese, poi, del borghese piccolo piccolo,quello che ha fatto i soldi ma odora ancora di terra, ha compiuto l`opera. Personalmente manderei questi signori in una fabbrica ha spaccarsi la schiena alla catena di montaggio ogni volta che eludono le leggi e si arrogano il diritto di offendere chi la schiena se la deve rompere per quarant`anni. So di cosa parlo,perché ho visto mio padre e mia madre spaccarsi la schiena e anch`io ho avuto un assaggio. Caro Enrico al peggio, però, non c`è fine. Pensa che ho sentito qualche giovane signora aliese fare dichiarazione del tipo: I ragazzi oggi non vogliono lavorare, questi ragazzi naturalmente sono i figli dei fannulloni, d`altra parte se sono figli di così tanto padri, mentre i loro figli, quelli dei borghesi piccoli piccoli che odorano di
terra questi già lavorano,appena laureati; perchè i loro papà, dopo averli cresciuti in panciolle con la carta di credito sempre gonfia,li hanno poi sistemati bene bene e loro che hanno tanta voglia di lavorare, lavorano fino a spaccarsi la schiena nei posti di comando. Cosi si perpetua la razza, e cosi sia! Augurando alla classe operaia che sappia alzare la testa, perchè non è mai tutta colpa di chi comanda ma anche di chi subisce inerme. Francesca
terra questi già lavorano,appena laureati; perchè i loro papà, dopo averli cresciuti in panciolle con la carta di credito sempre gonfia,li hanno poi sistemati bene bene e loro che hanno tanta voglia di lavorare, lavorano fino a spaccarsi la schiena nei posti di comando. Cosi si perpetua la razza, e cosi sia! Augurando alla classe operaia che sappia alzare la testa, perchè non è mai tutta colpa di chi comanda ma anche di chi subisce inerme. Francesca
COSTANZA SALVATORE
01/04/2012
Mi dispiace doverla contraddire carissima Signora ALBERGAMO.Oggi si rovinano la schiena stando seduti con la postura sbagliata davanti al compiuter,non esistono piu` lavori che richiedeno tanto sforzo da spaccarsi la schiena ,ci sono tutte le macchine per evitare qualsiasi sforzo.certamente lei ha usato questo termine per dire che i lavoratori lavorano onestamente,e meritano rispetto.ONORE E RISPETTO A CHI LAVORA E A CHI IL LAVORO LO CREA,ma non risparmiamoci la shiena con la convinzione che ci fa male perche` e` esattamente il contrario,nella vita bisogna faticare CHI NON SOFFRE DI FATICA SOFFRE PIU` DI DOLORI.Saluti e BUONA PQSQUA
TICLI ENRICO
01/04/2012
Ho lavorato 15 anni in catena di montaggio è non ho mai visto gente potere avere quantomeno la possibilità di guardarlo un computer, forse stiamo confondendo il lavoro di catena con quello impiegatizio!
Non voglio necessariamente inculcare l`idea che il lavoro di catena spacchi la schiena mi rendo conto che non tutti possiamo vedere le cose alla medesima maniera, vorrei soltanto che la gente la smettesse di additare i lavoratori come i responsabili dell`esodo delle industrie dall`Italia.
Non voglio necessariamente inculcare l`idea che il lavoro di catena spacchi la schiena mi rendo conto che non tutti possiamo vedere le cose alla medesima maniera, vorrei soltanto che la gente la smettesse di additare i lavoratori come i responsabili dell`esodo delle industrie dall`Italia.
ALBERGAMO FRANCESCA
01/04/2012
Io, invece, continuo a sostenere che esistono lavori anche oggi dove le condizioni sono ancora pesanti e dove la schiena si rompe davvero. Non tutti tanno difronte ad una scrivania,il mondo dei lavoratori è vasto e complesso, ma comprendo che oramai la guerra tra poveri è in corso, con buona pace dei potenti. Mi creda Signor Costanza avrei preferito che mia madre non avesse avuto bisogno di portare un busto dopo avere lavorato quindici anni 8 ore in una fabbrica e il resto della giornata a casa. Così si è guadagnata la sua pensione dopo avere zappato la terra da ragazza.Avrei preferito vedere mio padre dopo 8 ore di fonderia in condizioni più umane e non ridotto ad un ammasso dolorante, cenare e coricarsi, aspettando un altro meraviglioso giorno in fonderia,fino a quando ci ha rimesso il cuore, con il quale ha combattuto sino alla fine dei suoi giorni, che bella vita! Credo non sia auspicabile a nessuno. La vita va vissuta in condizioni umane e non da bestie. Mi scusi ma non mi sento di augurare a nessun figlio di mamma di rompersi la schiena per dimostrare che è un bravo lavoratore. Bisogna faticare mantenendo dignità e salute e gioia di vivere. Tutte e quante le cose devono poter coesistere. Esistono ancora lavori disumani e non parlo di postura. Enrico comunque poneva un`altro problema, ma tant`è. Buon lavoro prima di tutto culturale, umano e civile. Francesca
COSTANZA SALVATORE
02/04/2012
Carissimo ENRICO,voglio precisare che io non sono contro i lavoratori ,sono io un gran lavoratore e sarei contro me stesso,ma sono contro i fannulloni che credono di risparmiarsi la salute scanzando la fatica,non confondo il lavoro di montaggio con quello di ufficio ,ma illudo a tanti giovani con il mal di schiena a causa della postura sbagliata e al troppo far niente.ho gia` scritto in altre occasioni che mi trovo in fabbrica a 78 anni assaieme a 10 giovani tutti con il mal di schiena e mi chiamano ogni qualvolta che c`e` da fare uno sforzo.Capisco che sono fuori dal tuo argomento,ma ho voluto contraddire la SIGNORA ALBERGAMO perche` ha esagerato nel dire ,,spezzarsi la schiena ,, cosi` facendo istighiamo i giovani a scanzare la fatica e il lavoro che nobilita l`uomo e rinforza la schiena ,ciao salvatore costanza
ALBERGAMO FRANCESCA
02/04/2012
Vorrei chiudere l`argomento chiarendo che io non istigo nessun giovane a non lavorare, esigo rispetto per chiunque lavori. E quando dico lavoro dico lavoro,non scansare le fatiche. Mio figlio è stato uno dei pochi studenti ad Alia che d`estate andava a lavorare, ha fatto il muratore,l`imbianchino ect. Durante l`università si è mantenuto agli studi lavorando duramente, ma difenderò sempre il diritto al lavoro dignitoso e non duro, quello rompe la schiena, parlo
per esperienza personale. Ho semplicemente fotografato la realtà. Per pochi fannulloni che esistono ovunque, così come vi sono padroni onesti e altri disonesti, non si può generalizzare e questo purtroppo è quello che denuncia Enrico perchè lo vive sulla propria pelle. Ogni volta che ho posto anch`io il problema Fiat mi sono sentita rispondere che sono tutti fannulloni scansafatiche e che fosse giusto mandarli tutti a casa. Non ho sentito voci alzarsi a favore di coloro che rischiano il lavoro con le conseguenze che tutti possiamo immaginare; così come, tempo fa, ad un mio articolo di solidarietà agli operai Fiat, nessuno ha risposto. Il silenzio e l`isolamento è pericoloso e il completo isolamento di operai che stanno sui tetti è vergognoso, come vergognoso è il silenzio che avvolgono le morti bianche insieme a quello di imprenditori onesti che si suicidano. La mia è stata una denuncia ad una società capitalista senza regole dove il più debole soccombe. Faccio parte della razza abituata al lavoro, ma anche alla razza di chi difenderà sempre i più deboli e non sopporterà mai certa arroganza padrona e certa arroganza borghese. Con buona pace e Buona Pasqua a tutti. Francesca
per esperienza personale. Ho semplicemente fotografato la realtà. Per pochi fannulloni che esistono ovunque, così come vi sono padroni onesti e altri disonesti, non si può generalizzare e questo purtroppo è quello che denuncia Enrico perchè lo vive sulla propria pelle. Ogni volta che ho posto anch`io il problema Fiat mi sono sentita rispondere che sono tutti fannulloni scansafatiche e che fosse giusto mandarli tutti a casa. Non ho sentito voci alzarsi a favore di coloro che rischiano il lavoro con le conseguenze che tutti possiamo immaginare; così come, tempo fa, ad un mio articolo di solidarietà agli operai Fiat, nessuno ha risposto. Il silenzio e l`isolamento è pericoloso e il completo isolamento di operai che stanno sui tetti è vergognoso, come vergognoso è il silenzio che avvolgono le morti bianche insieme a quello di imprenditori onesti che si suicidano. La mia è stata una denuncia ad una società capitalista senza regole dove il più debole soccombe. Faccio parte della razza abituata al lavoro, ma anche alla razza di chi difenderà sempre i più deboli e non sopporterà mai certa arroganza padrona e certa arroganza borghese. Con buona pace e Buona Pasqua a tutti. Francesca
COSTANZA SALVATORE
03/04/2012
aspetto che qualcuno apre un argomeno sul mal di schena ,per poter commentare e raccontare le mie esperienze. ,ora mi limito a dire che vivo in un paese dove negli anni 20-30-40 sono uscite tutte le traverse delle ferrovie d`italia.nelle montagne piu` impervie senza l`ausilio della corrente elettrica e senza nessun motore a scoppio venivano spostati e portati a valle da forze umane tronchi di alberi da centinaia di chili. io ho freqentato e frequento queste persone che anno fatto questo lavoro e non ho mai sentito parlare loro di schiene spezzate,ma bensi` di forza capacita` volonta e orgolio.
D`ANDREA FILIPPO
04/04/2012
Signor Costanza l`argomento sul mal di schiena potrebbe aprirlo un medico magari laureato , magari con tanto di specializzazione , e magari potrebbe raccontarle pure delle esperienze nelle Università italiane dove per laurearsi lui e la sua famiglia avranno fatto dei sacrifici enormi e indicibili e magari non le dirà mai dei suoi sacrifici e delle sue fatiche per non sembrare troppo presuntuoso, penso che nella vita ognuno di noi debba seguire le sue attitudini nel rispetto delle proprie capacità sia fisiche che intellettive, perchè a mio avviso avere la schiena spezzata o il cervello intasato non fa tanta differenza.
Caro Enrico nel leggere il tuo messaggio mi viene in mente l`ultima pubblicità della FIAT che vantava l`italianità delle sue vetture quando le vere fabbriche di questa azienda si trovano attualmente in Polonia , in Serbia e in Brasile, il "Signor" Marchionne non ha minimamente pensato alle vostre professionalità nel chiudere lo stabilimento di Termini ma ha badato solamente all`interesse economico , fattore che a mio avviso nel lungo periodo non paga mai, speriamo che chi è subentrato possa portare un concreto sviluppo, in bocca al lupo , un caro abbraccio, Filippo.
Caro Enrico nel leggere il tuo messaggio mi viene in mente l`ultima pubblicità della FIAT che vantava l`italianità delle sue vetture quando le vere fabbriche di questa azienda si trovano attualmente in Polonia , in Serbia e in Brasile, il "Signor" Marchionne non ha minimamente pensato alle vostre professionalità nel chiudere lo stabilimento di Termini ma ha badato solamente all`interesse economico , fattore che a mio avviso nel lungo periodo non paga mai, speriamo che chi è subentrato possa portare un concreto sviluppo, in bocca al lupo , un caro abbraccio, Filippo.
COSTANZA SALVATORE
05/04/2012
Carissimo Filippo,non servono laureati e nemmeno specializzati, quelli c`elo` gia` in casa, sono pure io uno di quelli che ha fatto enormi sacrifici e contunuo a farli per fare studiare figli e nipoti. abbiamo gia` bibattuto abbastaza in casa su questo argomento sino a lasciare perdere per non sembrare come dici tu [presuntuoso. A me pare che oggi si vuole a tutti i costi rufiutare la fatica a costo di rimetterci la salute,ha ragione Enrico quando dice di conoscere persone che dicono che il fumo gli fa bene, per non smettere di fumare. allora dico se spaccarsi la schiena o avere la testa intasata e` la stessa cosa lasciamo fare alla natura .saluti e BUONA PASQUA.
D`ANDREA FILIPPO
05/04/2012
L`unica cosa che posso aggiungere e che ogni generazione e figlia del proprio tempo , nasce e si plasma con l`esempio dei genitori e delle varie istituzioni atte ad educare al rispetto al lavoro e all`onestà , di conseguenza non tutte le colpe del presunto " Rifiuto alla fatica " sono da imputare alla generazione in corso.
Signor Costanza Le faccio i miei più sinceri auguri di una buona Pasqua e mi creda dibattere e confrontarmi con una persona della sua esperienza è un vero piacere , saluti Filippo.
Signor Costanza Le faccio i miei più sinceri auguri di una buona Pasqua e mi creda dibattere e confrontarmi con una persona della sua esperienza è un vero piacere , saluti Filippo.
SIRECI PIETRO
09/04/2012
Le leggi del mercato mondiale di questi ultimi anni sono spietate e, come tu Enrico giustamente dici, “premiano il basso costo”, spesso a fronte di una qualità inferiore!
Anche qui gli amministratori - prendendo come pretesto l’assenteismo (in realtà marginale in Italia e soprattutto nella nostra ancor più volenterosa Sicilia; assenteismo che può essere dovuto alla presenza di qualche “mela marcia”) - decidono sconsideratamente di chiudere gli stabilimenti per andarli ad aprire in Serbia o in Polonia o in altri paesi emergenti.
E’ indispensabile ed urgente dunque - da parte del governo centrale e locale - incentivare in vari modi le fabbriche a continuare ad investire in Italia e ad assumere personale che possa lavorare ragionevolmente, con ritmi più umanizzanti e meno logoranti.
Sono convinto che i nostri lavoratori sapranno dimostrare, ancor più che nel passato, la loro alta qualità e dedizione al lavoro, da rendere assolutamente più conveniente per gli industriali (pur con le mutate strategie di mercato)insediarsi nel nostro meraviglioso ed ineguagliabile territorio nazionale e siciliano in particolare!
Anche qui gli amministratori - prendendo come pretesto l’assenteismo (in realtà marginale in Italia e soprattutto nella nostra ancor più volenterosa Sicilia; assenteismo che può essere dovuto alla presenza di qualche “mela marcia”) - decidono sconsideratamente di chiudere gli stabilimenti per andarli ad aprire in Serbia o in Polonia o in altri paesi emergenti.
E’ indispensabile ed urgente dunque - da parte del governo centrale e locale - incentivare in vari modi le fabbriche a continuare ad investire in Italia e ad assumere personale che possa lavorare ragionevolmente, con ritmi più umanizzanti e meno logoranti.
Sono convinto che i nostri lavoratori sapranno dimostrare, ancor più che nel passato, la loro alta qualità e dedizione al lavoro, da rendere assolutamente più conveniente per gli industriali (pur con le mutate strategie di mercato)insediarsi nel nostro meraviglioso ed ineguagliabile territorio nazionale e siciliano in particolare!
VICARI RITA
11/04/2012
Spero che in un futuro non lontano le nostre multinazionali puntino più sulla qualità del lavoro prodotto che non sulla quantità e sopratutto si rendano conto che portando il lavoro in altri Paesi non stanno facendo altro che contribuire a far precipitare l`economia Italiana.
Leggo oggi un articolo su Messaggero.it che vi propongo perchè mi sembra che dovrebbe essere un esempio che dovrebbero seguire gli altri produttori in fuga...Fiat compresa!!!
“Una delocalizzazione al contrario. E` l`ultima idea di Ikea: la multinazionale svedese ha infatti deciso di trasferire alcune sue produzioni dall`Asia all`Italia, in particolare in Piemonte. .... Ikea è alla ricerca continua di possibili sviluppi degli acquisti in Italia che punta a incrementare - commenta Lars Petersson, amministratore delegato di Ikea in Italia -, recentemente abbiamo individuato nuovi partner italiani che hanno preso il posto di fornitori asiatici, grazie alla loro competenza, al loro impegno e alla capacità di produrre articoli caratterizzati da una qualità migliore e a prezzi più bassi dei loro concorrenti asiatici»”.
Gli italiani siamo sempre stati un popolo di lavoratori, e se qualcuno ci addita come fannulloni è solo perchè cerca il suo profitto personale e non il bene della nostra economia!!!
Speriamo che presto la COMPETENZA CAPACITA` E L`IMPEGNO che ci vengono riconosciute dalle multinazionali estere sia apprezzata anche in Patria.
Spero che in un futuro non lontano le nostre multinazionali puntino più sulla qualità del lavoro prodotto che non sulla quantità e sopratutto si rendano conto che portando il lavoro in altri Paesi non stanno facendo altro che contribuire a far precipitare l`economia Italiana.
Leggo oggi un articolo su Messaggero.it che vi propongo perchè mi sembra che dovrebbe essere un esempio che dovrebbero seguire gli altri produttori in fuga...Fiat compresa!!!
“Una delocalizzazione al contrario. E` l`ultima idea di Ikea: la multinazionale svedese ha infatti deciso di trasferire alcune sue produzioni dall`Asia all`Italia, in particolare in Piemonte. .... Ikea è alla ricerca continua di possibili sviluppi degli acquisti in Italia che punta a incrementare - commenta Lars Petersson, amministratore delegato di Ikea in Italia -, recentemente abbiamo individuato nuovi partner italiani che hanno preso il posto di fornitori asiatici, grazie alla loro competenza, al loro impegno e alla capacità di produrre articoli caratterizzati da una qualità migliore e a prezzi più bassi dei loro concorrenti asiatici»”.
Gli italiani siamo sempre stati un popolo di lavoratori, e se qualcuno ci addita come fannulloni è solo perchè cerca il suo profitto personale e non il bene della nostra economia!!!
Speriamo che presto la COMPETENZA CAPACITA` E L`IMPEGNO che ci vengono riconosciute dalle multinazionali estere sia apprezzata anche in Patria.
SIRECI PIETRO
11/04/2012
I lavoratori italiani si sono sempre distinti in tutto il mondo per il loro ineguagliabile senso del dovere e del sacrificio; per le loro capacità e dignità nel portare avanti anche i lavori più ardui e complessi.
Non a caso il nostro paese, al di là di ogni retorica, vanta le più elevate competenze nelle scienze mediche e ingegneristiche, oltre che a quelle nella letteratura e nell’arte.
Se qualcuno generalizza… per colpa di pochi casi isolati, e addita come fannulloni i lavoratori italiani, non lo ritengo degno di essere considerato vero italiano!
Non a caso il nostro paese, al di là di ogni retorica, vanta le più elevate competenze nelle scienze mediche e ingegneristiche, oltre che a quelle nella letteratura e nell’arte.
Se qualcuno generalizza… per colpa di pochi casi isolati, e addita come fannulloni i lavoratori italiani, non lo ritengo degno di essere considerato vero italiano!
TICLI ENRICO
12/04/2012
L`Italia del lavoro è da rifare. Ci sono tante, troppe cose che non vanno. Ci vorrebbero delle leggi che penalizzassero le "mele marce" senza colpire quelle buone, ci vorrebbero controlli atti a verificare che ognuno svolga la propria remunerata mansione, ci vorrebbe più giustizia e senso del dovere. Nulla di tutto questo è stato fatto ne è in programma di esserlo. Si spara alla cieca mietendo vittime non sempre colpevoli dei reati additati atti ampiamente giustificati dai mass media come necessari per risollevare le sorti del tessuto economico della nostra nazione. E così, mentre la povera gente dopo una vita di stenti e duro lavoro, in preda allo sconforto, si lancia dal balcone, i burattinai incravattati profetizzano, legiferano e mietono vittime innocenti concedendosi privilegi economici pari a quelli di un sovrano tenendosi però ben lontani dal mondo del vero lavoro e sconoscendolo nel reale ma solo per sentito dire quindi non idonei ad eseguire interventi di alcun genere. Ricordiamo tutti il giovanissimo Giovannino Agnelli designato a rivestire la carica di Presidente del gruppo Fiat, per conoscere dal di dentro il mondo del lavoro, lavorò come operaio comune, alla Piaggio. Ma purtroppo i migliori se ne vanno.
Spero, a questo punto, che quantomeno i lettori del messaggio principale di questa discussione abbiano compreso che non è tutta verità quella che proviene dai mass media, spesso i suddetti burattinai incravattati li utilizzano a loro uso e consumo per far passare i loro dettami e per mistificare la verità.
Spero, a questo punto, che quantomeno i lettori del messaggio principale di questa discussione abbiano compreso che non è tutta verità quella che proviene dai mass media, spesso i suddetti burattinai incravattati li utilizzano a loro uso e consumo per far passare i loro dettami e per mistificare la verità.
SIRECI PIETRO
12/04/2012
Questo discusso Art.18 (quando si ha la certezza - mediante documentati controlli - di comportamenti scorretti e reiterati) dovrebbe contemplare decisamente il licenziamento, ma dovrebbe (come tu, Enrico, dici) salvaguardare da ingiusti provvedimenti chi invece svolge seriamente il proprio lavoro per la buona “salute” dell’azienda (e poi per quella sua)!
Questi concetti però li può comprendere (più che certi… “burattinai incravattati”) chi è competente in materia e abbia conosciuto in prima persona, possibilmente dagli strati più umili (se mi permettete di dirlo: come me che ho cominciato dall’essere operaio comune, pur essendo figlio di industriale), la vita di lavoro faticoso ma dignitoso e gratificante!
Questi concetti però li può comprendere (più che certi… “burattinai incravattati”) chi è competente in materia e abbia conosciuto in prima persona, possibilmente dagli strati più umili (se mi permettete di dirlo: come me che ho cominciato dall’essere operaio comune, pur essendo figlio di industriale), la vita di lavoro faticoso ma dignitoso e gratificante!
ALBERGAMO FRANCESCA
13/04/2012
Caro Enrico condivido la tua ultima analisi e apprezzo l`intervento serio e costruttivo del Signor Sireci: solo chi conosce la fatica, quella vera,del vivere quotidiano, l`umiliazione e lo sfruttamento può poi dettare le norme che regolano il diritto al lavoro. Purtroppo però siamo lontani anni luce da una presa di coscienza e dalla consapevolezza di regole diritti e doveri di ognuno, siamo allo sbando, senza democrazia.Se riflettessimo sul fatto che sultanto la corruzione imperante, a tutti i livelli grandi e piccoli, varrebbe tutte le finanziarie che servono per salvarci dal baratro, cominceremmo anche nel piccolo a comportarci con onestà. Temo però che l`idea della furberia e della corruzione sia diventato un fatto antropologico e culturale e dell`Italia onesta e perbene degli anni passati resta molto poco: chi ancora resiste è considerato un cretino. Questo è il tempo dei furbetti e dei senza scrupoli. E` il tempo che vede capovolta la morale, sicché gli amorali diventano moralisti e chi si è sempre comportato moralmente a modo diventa amorale.Tutto al rovescio e cosi sia.Ma vi è un mondo invisibile di cui prima o poi dovremo tenere in gran conto. Francesca.
ALBERGAMO FRANCESCA
13/04/2012
Caro Enrico condivido la tua ultima analisi e apprezzo l`intervento serio e costruttivo del Signor Sireci: solo chi conosce la fatica, quella vera,del vivere quotidiano, l`umiliazione e lo sfruttamento può poi dettare le norme che regolano il diritto al lavoro. Purtroppo però siamo lontani anni luce da una presa di coscienza e dalla consapevolezza di regole, diritti e doveri di ognuno, siamo allo sbando, senza democrazia.Se riflettessimo sul fatto che soltanto la corruzione imperante, a tutti i livelli, grandi e piccoli, varrebbe tutte le finanziarie che servono per salvarci dal baratro, cominceremmo anche nel piccolo a comportarci tutti con onestà. Temo però che l`idea della furberia e della corruzione sia diventato un fatto antropologico e culturale e dell`Italia onesta e perbene degli anni passati resta molto poco: chi ancora resiste è considerato un cretino. Questo è il tempo dei furbetti e dei senza scrupoli. E` il tempo che vede capovolta la morale, sicché gli amorali diventano moralisti e chi si è sempre comportato moralmente a modo diventa amorale.Tutto al rovescio e cosi sia.Ma vi è un mondo invisibile di cui prima o poi dovremo tenere in gran conto. Francesca.
SIRECI PIETRO
15/04/2012
Non con la presunzione dei "furbetti" ma con l`umiltà delle persone semplici ma vere si possono reperire... le "lenti" per scorgere fin da ora quel "mondo invisibile".
I nostri magnati dell`economia, delle industrie, spostando la produzione nei paesi dell`est vedranno diminuite le spese e centuplicati i guadagni...cosa vuoi che importi a loro se questo va a discapito dell`economia italiana e quel che è ancor più grave, a danno della vita di ogni singolo operaio?
Siamo ormai all`estremo delle nostre forze, siamo costretti a pagare cara una situazione di crisi e di recessione causata dalla cupidigia di chi ci comanda, di chi ha potere nella nostra società.