QUESTO E` DIALOGO?
Sento il desiderio di esprimere un pensiero personale che poi è una domanda rivolta a tutti: Perchè la gente scende così facilmente alle offese? Sono sempre convinto che non vi sono cose delle quali pubblicamente non si possa parlare o meglio scrivere. Ma probabilmente non cerchiamo il confronto quando dialoghiamo ma vogliamo semplicemente esprimere un concetto guardandoci allo specchio il quale certamente non avrà da controbattere alcunché. Probabilmente siamo, oramai, una società troppo assuefatta dal mondo di facebook dove non si dibatte, si raccontano le banalità del nostro esistere e ci si ritrova il post tempestato dai MI PIACE. Non trovo per nulla edificante il dialogare scendendo alle offese perchè questo mi suona come il non voler dialogare. Ritengo infine che Vincent Dispenza per quanto ha fatto e continua a fare per la nostra comunità dovrebbe essere pubblicamente onorato e non sminuito nel tentativo di dimostrare di non essere abbastanza Cristiano da poter proferir parola, perdonatemi ma non lo trovo riguardoso verso un uomo di 81 anni ed in particolare verso Vincent Dispenza. Non comprendo il perché di certe reazioni così non ho letto offesa da parte sua che possa avere scaturito una reazione cosi, a mio vedere, esagerata.
Mi perdoni ma non comprendo questa Sua tendenza a voler punzecchiare ed a mostrare risentimento verso quanto ho scritto. Non faccio l’avvocato di alcun “Paladino della Giustizia” tengo solamente al fatto che 12 anni di lavoro buttati in questo sito non finiscano per diventare lesivi per il dialogo ed al contrario accendano, invece, il fuoco della discordia, nel qual caso non esiterei a chiudere tutto stasera stesso. Tengo ai rapporti di amicizia ed alle persone vere, tengo al dialogo e non all’offesa.
Non sono un alto funzionario ne tantomeno mi occupo di censura gestendo di fatto una delle poche realtà in Sicilia, ovvero questo sito, a dare voce ai cittadini che amano esprimersi senza scendere alle offese.
Sono amico di Vincent Dispenza così come lo sono di Padre Salvatore Mormino verso il quale questa realtà è stata sempre aperta (così come lo sarà in futuro) verso tutte le Sue lodevoli iniziative nel campo religioso.
Continuo a non comprendere dove sta il problema ed il motivo di tanto risentimento.
Io non ho rancore e risentimento nei confronti di nessuno, ho solo esercitato un mio diritto, il DIRITTO DI PARLARE, e non permetterò mai a nessuno di tapparmi la bocca. Ognuno nel silenzio della propria coscienza faccia un accurato esame e prima di vedere la pagliuzza che è nell`occhio dell`altro, guardi la TRAVE che è nel nel suo. Non si senta punzecchiato se qualcuno ha il coraggio di farglielo notare o ferito dalla verità che da sempre è stata motivo di malessere. Dopo dodici anni di "BUTTARE SUDORE" su questo sito, se lei si sente stanco, si riposi! Non minacci di chiuderlo, perché se veramente lo facesse, penso che non sarebbero molti quelli che spargerebbero lacrime.
Ora, torni tranquillamente a controbattere; io non sprecherò più una sola parola, né un solo minuto del mio tempo per leggere ulteriori commenti.
In questo dibattito leggo tanto risentimento ed ingiustificata aggressività verso chiunque, a tuo modo di vedere, possa avere un pensiero diverso.
Siamo davvero alla frutta!!
Spero che la Comunità Ecclesiale intervenga con un commento e che ci faccia conoscere la via da seguire.
E` naturale chiedere chi scrive a ed a quale titolo, a mio modesto avviso sarebbe bastato semplicemente rispondere.
Ora non credo che ci possa essere Qualcuno che si possa arrogare diritti di Risposte o di esprimere verità che solo chi è titolato può se necessario esplicitare.
tutto questo credo che vada riportato alla semplice discussione civile.
Quando però ci si arrocca su posizioni irretrattabili,continuando a discutere per qyestioni di principio come arieti che si caricano a vicenda,la polemica diventa una delle più grandi cause di rabbia,di incomunicabilità.di stallo di crescere,e marchia la nostra vita sociale.
Smettiamola di essere Arieti del Nulla,ci sono ben altri problemi che affliggono la nostra comunità.E nessuno ne parla.Mettete pure i non gradisco ma ho solo detto la verità.
A seguito di quanto scritto da Vincent Dispenza, al quale va la mia stima ed affetto per quanto ha fatto, dalla lontana America per la nostra comunità, si è scatenato il finimondo. Da un dialogo, sereno fatto di alcune domande, si è passati a delle risposte arroganti e mortificanti, scendendo con attacchi anche sul piano personale.
Il bello è che ci riempiamo la bocca di rinnovamento e di Cristianesimo.
- Il Cristiano è colui che segue gli insegnamenti di Gesù Cristo, non colui che con cattiveria giudica ed offende il proprio fratello in Cristo.
- Cristiano non è colui che non condivide e non rispetta le idee dell’altro, anzi lo attacca nei punti più vulnerabili per metterlo alle corde.
- Il Cristiano non ignora il proprio il proprio simile, non porgendogli il saluto, portandogli rancore, guardandolo come un avversario, per poi correre a mettersi in pace con la propria coscienza partecipando alle funzioni religiose e accostandosi ai Sacramenti. E’ vero uccide più persone la lingua che la spada.
Dove sono andati a finire i componenti il Consiglio Pastorale e Gruppo Liturgico? Perchè non intervengono per porre fine a questo religioso massacro?
Augurando a tutti la fine di questi litigi che non portano acqua a nessun mulino, mi piace ricordare una frase di Sant’Agostino “ Gli uomini privi di speranza, quanto meno badano ai propri peccati tanto più si occupano di quelli altrui “.
A maggior ragione dopo aver sentito qua e la, intromettersi o che li fanno intromettere, ragazzini che non dovrebbero pensare ad altro che a giocare. Ma dove stiamo arrivando, ma da che cosa abbiamo paura, ci nascondiamo anche dietro ai bambini mettendogli in bocca cose troppo grandi per loro? Guai a Chi scandalizza, dice Gesù, anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare (Mt18).
Bisogna prendere coscienza della realtà e avviare un dialogo che faciliti e renda possibile la realizzazione della comunione fra le due parrocchie, invece di improvvisare belle parole e adottare comportamenti che provocano effetti contrari e che ne aumentano il divario.
Prendere coscienza della situazione reale, significa essere onesti con se stessi; dissentire un pensiero, un comportamento altrui, senza remore e timore, per me, significa socializzare e condividere; spogliarsi di atteggiamenti ipocriti che servono ad ingraziarsi le simpatie altrui vuol dire essere liberi. Ma la vera liberta sta sotto la Croce, ed è una via difficile, tortuosa, ma io la preferisco, dice Gesù: non li temete dunque, poiché non v’è nulla di nascosto che non debba essere svelato… (Mt 10,26-29).
Fino a quando non accettiamo la condizione nella quale il Signore ci mette per la nostra salvezza e quella degli altri, non ci potrà mai essere nessuna comunione reale, solo a parole, perché la comunione “vera” genera comunione, se io voglio la comunione la trasmetto a quello che mi sta accanto e così a tutta la comunità, a tutto il paese; se vogliamo la comunione finiamola di puntare il dito sull’altro, chi ha ragione e chi ha torto ( perché ricordiamo che tre dita sono puntati su di noi), finiamola di ritenere gli altri responsabili dei nostri fallimenti e delle nostre insoddisfazioni, finiamola di voler a tutti i costi di mettere a tacere chi afferma di appartenere a Sant’Anna o alla Matrice, non è così che si può fare comunione (a proposito S. Paolo va oltre a quella interpretazione che ognuno di noi può dare, per mettere a tacere la propria coscienza), altro che portare Cristo Uno nelle nostre comunità. Ma ci chiediamo se l’altro ci vede come testimoni del vero Cristo? Umile, compassionevole e misericordioso?Ci riconosceranno da come ci ameremo, dice Gesù: amatevi come io vi ho amati..(Gv15,12). Ci basta condizionare il popolo di Dio per riempire le nostre chiese? (alcuni hanno anche il tempo di contarli e sapere anche in numero, peccato che non sappiamo contare quelli stanno fuori).
Basta costruire discorsi che mostrano e celano pensieri e comportamenti tutt’altro che di comunione, per non essere un giorno definiti dei sepolcri imbiancati belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume (Mt 23,27-28).
A mio parere è necessario rendersi conto della situazione reale e perché no, accettando anche consigli e proposte elargite da Fratelli vicini e lontani, attenti alle situazioni del proprio paese d’origine e desiderosi, vederlo, questo paese, in cammino verso un vero dialogo per una piena comunione (esiste ancora tra i cristiani la correzione fraterna? (Mt 18,15-18).
Aprendoci al dialogo, senza pregiudizi e senza preconcetti, allora si che all’orizzonte si potrà intravedere quello che da sempre è stata utopia e che ora potrebbe realizzarsi, anche con la sola guida di un parroco.
Ecco cosa diceva Don Cataldo Naro, docente di storia della Chiesa, durante la Conferenza Episcopale Italiana, svoltasi a Roma nel maggio del 2004, a proposito della “comunità ecclesiale”: le parrocchie, anche se molte, nell’unità della diocesi, abbandonando ogni pretesa di autosufficienza, si collegano tra loro, con forme diverse, a seconda delle situazioni, valorizzandone, i vari gruppi, associazioni, comunità religiose e aggregazioni varie di fedeli, che in comunione con il proprio vescovo non gli si può negare la qualifica di comunità ecclesiale. Perché solo la diocesi può essere detta una “comunione di comunità” e non la parrocchia che è una comunità tra le altre e non esaurisce il concetto e la realtà stessa di comunità ecclesiale .
La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te, è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! (Mt 6,22-23).
Mancando di umiltà ecco che si scende alle offese,nel giudicare gli altri,con tutte le critiche che si possono caricare nelle spalle,del povero malcapitato di turno.Carissimo Enrico non e il solo Signor Vincent che prende mazzate.Avvolte penso chi si stancherà prima?
Credo sia molto importante nella vita lasciare le orme,l`uomo muore la fama resta.