UOMINI, MEZZI UOMINI, OMINICCHI E QUAQUARAQUA’
E’ veramente sconcertante come individui che non hanno nemmeno il coraggio di presentarsi con il vero nome, diffamino senza mezzi termini e con un livore inusuale e quanto meno sproporzionato, una persona che ha avuto solo il torto di essere stato trasferito legittimamente nel paese che gli ha dato i natali, per intraprendere un cammino, teso alla unificazione delle due comunità ecclesiali esistenti, come sua Ecc.za il Vescovo, che ne ha motivato la dipartita da Cefalù, ha voluto. Un sacerdote di grande esperienza al servizio degli aliesi, venuto per estirpare contrasti più o meno velati, tensioni, campanilismi che hanno fatto di Alia una “piazza difficile”. Non è una novità che in diocesi si è sempre parlato della “questione aliese” in modo negativo. Il signor Carbone, che evidentemente sembra un profondo conoscitore delle vicende aliesi, come mai non ha manifestato in passato il suo sdegno e la sua ira per coloro che si sono prodigati ad alimentare solo divisioni e contrasti? Come mai dà fastidio un sacerdote che si interessa di confraternite e apre loro il cuore, che invita i fedeli ad avere comportamenti irreprensibili, più consoni a un cristiano, a pregare nelle processioni, ed essere veri ed autentici testimoni della fede in Cristo? Forse perché si sente defraudato di qualche privilegio acquisito nel passato, esercitato come forma di potere e non come spirito di servizio? Non lo sappiamo, perché non conosciamo il sig. Carbone. Ma il sig. Carbone crede di conoscere bene “le comunità” di Alia, come lui stesso afferma. Strano per un non aliese! Qui si vuole impedire ad una persona, prima che sacerdote, uomo, di privarsi di rapporti umani, di amicizie, costruite in tanti anni di permanenza a Cefalù. Si vuole limitarne la libertà e mortificarne l’esistenza. Una persona che ha nel suo intimo la certezza a credere nell’uomo, nei rapporti di affettuosi e sinceri di amicizia, che non possono cessare, perché consolidati nel tempo, e non si esauriscono con l’allontanamento fisico. I giudizi espressi vergognosamente da questo individuo, con molta leggerezza, con falsità, privi di qualsiasi fondamento di verità sulla “gente di Cefalù” umiliano e offendono la gente di Alia che ha innato invece il senso dell’accoglienza e dell’ospitalità. Chiediamo scusa agli amici di Cefalù, per questo increscioso episodio, che ribadiamo non appartiene al tessuto sano di Alia, ma soltanto a menti malate e distorte che sicuramente non riescono a realizzarsi nella società civile. La comunità ecclesiale di Alia non conosceva queste persone, ma ha imparato a volere loro bene, perché sono come noi, perché non vengono a “comandare”, ma a manifestare, con la loro presenza, che non è “soffocante”, fatta anche di sacrifici, il loro affetto e la loro gratitudine a colui che per tanti anni è stato un punto di riferimento. Tutte le comunità della diocesi sono state interessate ai trasferimenti dei parroci, e l’affetto che lega le comunità con i sacerdoti che sono andati via è comune a tutti. Ciò significa che i sacerdoti hanno operato bene. Che Padre Mormino ha operato bene. Egli non “umilia” gli aliesi quando accoglie gli amici di Cefalù, che per tanti anni hanno convissuto con lui esperienze pastorali forti, al contrario li arricchisce contribuendo ad accrescere e instaurare nuove relazioni umane e sociali. Quello che colpisce in questo individuo, è il disprezzo e il fastidio con cui proferisce le parole, cariche di odio, piene di volgarità che ne tracciano una personalità inquieta, priva di senso etico e di buon gusto. Nessuno si può arrogare il diritto di decidere per gli altri e di rappresentarli. Il Vescovo con la sua presenza non ha messo in imbarazzo nessuno, e tanto meno padre Mormino, che lo ha accolto con serenità e disponibilità. Chi era presente, ha assistito a una grande celebrazione eucaristica, in un clima di gioia, partecipazione e distensione. E’ stato un autentico trionfo della fede e devozione degli aliesi verso la Madonna delle Grazie. Le sensazioni descritte in quell’ignobile atto di vigliaccheria non sono state quelle della folla che gremiva il Santuario. Il viscido ha visto cose diverse dalla realtà perché sapeva, forse! Il Vescovo, con la sua venuta, non ha fatto altro che esercitare una sua prerogativa. Ogni qualvolta vorrà venire ad Alia, anche senza preavviso, sarà accolto con gli onori e il rispetto che sono dovuti al Pastore della diocesi. Pochi sanno che Sua Eccellenza, già era stato in precedenza ad Alia, senza preannunciare ai parroci del tempo la sua venuta. Per cui ciò che è accaduto probabilmente è un fatto normale. La presenza dell’Arcivescovo Bommarito era stata sollecitata e voluta dai fedeli durante la sua venuta ad Alia in occasione della presentazione della serva di Dio Elisa Giambelluca da Isnello e quindi non c’è stata nessuna sorpresa. Chi era presente a S. Anna quel giorno, ricorda bene la disponibilità e la gioia mostrata dall’Arcivescovo Bommarito ad essere presente il 2 luglio per la festa patronale. I fedeli, allora, sono rimasti entusiasti dalla sua carica di umanità e dalla sua semplicità nell’esprimere contenuti forti e toccanti. Sicuramente questo fantomatico sig. Carbone da Palermo, interessato profondamente alle vicende ecclesiali di Alia più degli aliesi stessi, sta vivendo male questa fase storica di profondo cambiamento e rinnovamento delle coscienze di Alia. Ha interessi da difendere? Ha interessi perché permanga questo stato di fatto, che non si attui il progetto del Vescovo? Che si identifichi, che metta una sua foto e non si limiti a commentare le foto degli altri, così possiamo vedere chi è l’autore di questa schifezza. Mons. Mormino è un’autorità della Chiesa, che esige e merita rispetto, non soltanto per il ruolo che riveste, ma soprattutto per il fatto di essere uomo di princìpi e di valori forti. Non è con questa macchina del fango, architettata a dovere, che si fa il bene di una comunità che inizia ad assaporare una nuova identità spirituale. Le critiche costruttive si fanno a quattr’occhi: è meschino pugnalare alle spalle e poi nascondere il coltello. Atto di pura vigliaccheria! La scelta del Vescovo di inviare ad Alia padre Mormino a qualcuno non è piaciuta, come non sta piacendo il piano pastorale unitario che finalmente ha avviato. Questo increscioso episodio ci permette, finalmente, di ringraziare Sua Eccellenza, e lo diciamo con un pizzico di egoismo, per averci mandato un uomo di grande spessore morale, un pastore trascinatore di fedeli, che sicuramente farà della comunità aliese un modello per tutta la diocesi. DAL CONSIGLIO PASTORALE E DAL GRUPPO LITURGICO Ignazio Albergamo, Salvatore Castello, Valeria Conoscenti, Massimo Cortina, Enzo Di Carlo, Giovanni Di Carlo, Paolo Di Piazza, Vincenzo Drago, Daniela Gucciardino, Rosalia Iannaci, Adriana Iovino, Rosalia Iovino, Salvatore Marchiafava, Pietro Nasca, Giuseppina Panepinto, Giuseppe Scandaliato, Rita Todaro, Massimo Tripi, Salvatore Ventimiglia
Che onore per il paese di Alia.!
Da notizie indiscrete risulta che il Vescovo Emerito Bommarito e` stato invitato ufficialmente dalle autorita`. mentre il Vescovo Diocesano si e` presentato ad Alia per sua iniziativa personale,perche` il Vescovo Vincenzo Manzella ha Alia nel cuore.
Queste le ultime notizie.
Leggiamo il lungo ufficiale messaggio del Consiglio Pastorale e del Gruppo Liturgico.
E la nostra semplice domanda e` questa:
E vero quanto in realta` e` accaduto or no?
Non se fa` cenno nel lungo messagio firmato dal Consiglio Pastorale e dal Gruppo Liturgico.
Ci si aspetta un chiarimento.
Vincent Dispenza.
"Calati iuncu ca passa la china"
La celebre citazione contenuta nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, destinata a diventare sinonimo di persona poco nota, sconosciuta, ben si addice ad Andrea Carbone. Ma mentre di Carneade sappiamo che era un filosofo greco antico, di Carbone possiamo solo dire che si tratta di una persona, più o meno ignorante, anzi ignorante, che stiamo rendendo famosa nella nostra piccola comunità per avere offeso un sacerdote, un ministro di Dio, che sta lavorando con grande dedizione e umiltà nella “vigna del Signore” per far crescere una comunità, quella di Alia, bisognosa di ritrovare unità, amore verso il prossimo e verso Dio. Ma senza saperlo ha offeso anche la comunità aliese, che è in sintonia con il parroco, e ne sta apprezzando l’operato.
L’esigenza di avere ad Alia un’unica realtà ecclesiale, era stata anche sollecitata a suo tempo a sua Eccellenza il Vescovo dal sottoscritto e da Don Antonino Disclafani, perché ci si era resi conto che Alia aveva bisogno di una svolta epocale in quello che per tanti anni era stato motivo di discordie, divisioni, ed anche sterili campanilismi. Devo dire che il Vescovo, inviando padre Mormino ad Alia, ha compiuto un atto di grande generosità verso gli aliesi, perché ne conosce sicuramente le capacità e le grandi doti umane e pastorali.
I fedeli, il popolo santo di Dio, in virtù del fatto di essere battezzati nel nome di Cristo, che amano vivere in questo paese e vogliono costruire una comunità migliore, devono farsi interpreti dell’amore del pastore verso il suo gregge. Non ci appartiene entrare nella sfera privata di una persona e nemmeno farsi, con presunzione e arroganza, giudici. Gli affetti umani sono una componente essenziale nella natura umana, fanno parte di ognuno di noi. Più grosso è l’albero, più profonde sono le radici, e quando si decide di sradicarlo ci si mette più tempo.
Nessuno parla delle emozioni provate dagli aliesi per una grande festa della Madonna delle Grazie, delle testimonianze di affetto e sinceri apprezzamenti della comunità a padre Mormino, impeccabile organizzatore.
L’illustre sconosciuto che, appare ormai chiaro, si è prestato con questa messa in scena a fare un favore a qualcuno, si è arrogato con presunzione il diritto a chiedere le dimissioni di padre Mormino, come se fosse un consigliere del Vescovo. Non pensavo che il Vescovo avesse un consigliere di così alto profilo, che potesse influenzarlo fino al punto di spingere il parroco alle dimissioni!
Compatisco questa figura informe che prima di lasciarsi andare a considerazioni infondate e con contenuti poco educati, sia certo delle informazioni in suo possesso.
Mi ha meravigliato anche l’atteggiamento di persone che divenute cristiane con il battesimo, poi cresimate e dicono “anche impegnate”, con molta facilità si trovano pronte alla critica nei confronti di chi guida una comunità. Farebbero bene ad essere più presenti nella vita della chiesa, con grande senso di umiltà, come il Signore prima e Papa Francesco poi ci hanno insegnato. Cristiani non si può essere solo occasionalmente o solo per convenienza. Il vero cristiano deve vivere la sua comunione con Dio, il Papa, il Vescovo, il Parroco, e tutta la comunità di battezzati.
Ai miei carissimi concittadini “vicini e lontani” voglio assicurare che noi sacerdoti diamo sempre il meglio di noi stessi alle comunità nelle quali ci troviamo a svolgere il nostro impegno pastorale. L’impegno e la forza d’animo che sto trovando in padre Mormino, malgrado la sua non giovane età, a farsi carico di due parrocchie affidategli dal Vescovo mi conforta e mi riempie di gioia. Sono e sarò sempre solidale con lui e lo invito a continuare nella sua pastorale unitaria così come voluto dal nostro Vescovo, con forza e coraggio, e non lasciarsi condizionare da episodi di scarsa rilevanza, poiché deve sapere che è sorretto dalla stragrande maggioranza della comunità.
Sac. Rosolino La Mendola
Parroco Emerito di Sant’Anna
UOMINI, MEZZI UOMINI, OMINICCHI E QUAQUARAQUA’
la Comunita` Ecclesiale non è forse una associazione cattolica di diffondere sempre buone parole e buone azzione
no c`erano altre parole da usare
grazie
Ormai dal lontano 1997 per motivi di lavoro vivo durante la settimana a Palermo e rientro ad Alia dove vive mia madre e i miei familiari solo nel fine settimana.
Ormai da anni posso considerarmi un “turista della realtà ecclesiale aliese” (ma anche di quella politica… se ancora tale si può definire…) limitandomi alla sola partecipazione della liturgia domenicale, per lo più nella cosidetta ultima messa della domenica, mentre in passato, con i miei limiti, ho cercato di partecipare più attivamente.
Pur non condividendo il commento del signor Carbone, che si è avvalso di prerogative che non gli spettano, non condivido nemmeno il modo con cui la Comunità ecclesiale di Alia ha risposto….
Sarebbe comunque stato a mio parere meglio lasciar cadere nel nulla il commento o se si doveva dare una risposta non scendere allo stesso livello del sig. Carbone… Avrei preferito leggere nel comunicato parole meno offensive, un testo più cristiano visto che porta la firma del consiglio pastorale e del gruppo liturgico… un messaggio che avrebbe dovuto solo manifestare la vicinanza al parroco, chiarire e basta…
Non so se il nome è di copertura o è reale, tale cognome nel comune di Palermo è presente, quindi se è reale non è un cittadino aliese ma sicuramente sarà un parente di qualche famiglia aliese, visto che era presente ad Alia per la festa del 2 luglio, se è invece un nome di copertura sinceramente deve essere qualcuno molto vicino alla realtà ecclesiale aliese.
Nessuno del popolo sapeva della storia del vescovo emerito di Catania Bommarito che era stato invitato mentre il vescovo di Cefalù Manzella no(sempre se è vero… ancora non si è capito), il popolo come sempre partecipa numeroso con fede e devozione alla messa solenne, messa che quest’anno è stata concelebrata da circa 10 sacerdoti aliesi e da 2 vescovi, ma anche se fosse stata presieduta da un solo prete il popolo avrebbe risposto come sempre numeroso… il popolo partecipa per dare onore a Maria non ai parroci o ai vescovi…
Non condivido nemmeno la descrizione della realtà aliese prima dell’arrivo del nuovo Parroco… è giusto riconoscere il buon lavoro che sta facendo, ma non capisco il perché per evidenziare tale impegno bisogna però dimenticare il lavoro di tanti altri sacerdoti prima di lui.. non eravamo mica un popolo abbandonato a se stesso….
Grazie a Dio abbiamo avuto ed abbiamo ancora un grande sacerdote che per anni, ha guidato la parrocchia della Matrice Don Antonino Disclafani, un sacerdote che ha sempre testimoniato con la sua vita, con la sua corretta condotta morale Cristo, merito che nessuno può mettere in discussione… un sacerdote sempre vicino a chi ha chiesto anche un solo consiglio, un sacerdote che settimanalmente, ogni sabato, vento sole o pioggia non ha mai lasciato la comunita aliese del villaggio priva della S. Messa, un sacerdote che ha saputo mantenere per oltre mezzo secolo il contatto con i nostri emigrati grazie al giornalino della Voce della Mamma, che ha cercato di raggiungere la casa degli ammalati di Alia e non solo anche tramite la Radio parrocchiale e oggi anche grazie alle nuove tecnologie ha raggiunto tramite internet anche i nostri emigrati… realtà che mostrano l’impegno del parroco emerito della matrice al servizio degli aliesi ovunque si trovino… belle realtà che sicuramente il nuovo parroco continuerà a portare avanti. Non ultimo ha fatto rinascere in 50 anni il santuario, orgoglio di tutti noi aliesi.
Non possiamo dimenticare nemmeno Padre Mauro, un sacerdote che malgrado la sua giovanissima età è riuscito a fare dei piccoli passi verso l’unione, un esempio su tutti la concelebrazione unica della S. Messa al Santuario prima della processione del Corpus Domini…, Padre Rosolino La Mendola….con cui si inizio ad avere il Coro interparrocchiale per alcuni eventi.. .e tutti gli altri ognuno ha fatto un piccolo passo, ma non possiamo dimenticare che Alia aveva due realtà parrocchiali ed era giusto che entrambi facessero il proprio cammino e che in alcuni momenti si trovassero uniti…. piccoli passi comunque che lo scorso anno ha portato il vescovo a decidere per Alia una sola realtà.
Sono stati dei grandi sacerdoti, ma anche loro prima di tutto uomini, e come tutti con i propri limiti e come tutti soggetti anche loro a sbagliare…
Le nostre processioni sono state sempre ordinate, partecipate da gente che ha sempre pregato e cantato, certamente c’è anche gente che vi partecipa solo per farsi una bella passeggiata.. ma ancora oggi ci sono.
Padre Mormino ha avuto la fortuna di trovarsi a gestire una sola comunità, anche se non facile, ha dovuto rimettere tutto in discussione, dovendo inventarsi e riadattare alla realtà aliese un unico piano pastorale, rimettendosi anche lui in discussione, ricominciando tutto da zero essendo il primo parroco a gestire lun unica realtà ecclesiale.. ma in tutto questo non è solo ha la fortuna di poter contare giornalmente ancora su altri sacerdoti come P. Disclafani, P. D’Amico, P. Cerniglia… e anche tanti altri sacerdoti aliesi che vivono fuori, ma che quando vengono ad Alia danno sempre la loro disponibilità… P. Nino Vicari, P. Salvatore Blanda , P. Paolo Iovino, P. Trumello…ecc ecc .
RIPETO HA SBAGLIATO sicuramente il sig. Carbone a scendere sul personale attaccando anche le persone che vengono a trovare P. Mormino la domenica, questo sicuramente è un bel segno di affetto e di stima, credo anche reciproco, è giusto mantenere dei rapporti umani con persone con cui si è fatto un cammino insieme… certamente è stato per loro un punto di riferimento e lo è anche ora…. Sicuramente queste persone staranno portando avanti a Cefalù il cammino intrapreso con P. Mormino, un cammino che deve continuare con il nuovo parroco che lo ha sostituito… altrimenti si rischia di cadere nell’errore… e come diceva un mio carissimo amico prete di Palermo… ormai anche lui trasferito… “guai a quei sacerdoti che vengono trasferiti e mettono contro i fedeli alle decisione dei vescovo o del superiore… spogliare un altare di addobbi per rivestirne un altro con gli stessi non è santo ne moralmente corretto…”.
Comunque ripeto il mio pensiero e spero di non essere attaccato visto che ormai non vivo più ad Alia, sarebbe stato meglio ignorarlo quel commento, la migliore arma sarebbe stato il silenzio, invece si è fatto il gioco che il signor carbone voleva…. Ma purtroppo sempre secondo il mio personale parere anche la Comunità Ecclesiale Aliese ha perso un’occasione, avrebbe dovuto mostrare molta più comprensione e carità cristiana, infondo qualunque sia che la vera natura del Sig. carbone è sempre un uomo, un uomo che ha certamente sbagliato è “una pecora che è uscita dal gregge” come dice il signor Bucalo Biagio, e come tale bisognoso di sentire la misericordia di Dio… ma facile scaricare la colpa soltanto a lui, fino alla celebrazione della liturgia nessuno sapeva dell’invito fatto o non fatto al Vescovo di Cefalù, quindi purtroppo come sempre a parlare un pò troppo sicuramente è stato qualcuno dall’interno della realtà ecclesiale...e il Sig. Carbone si è sentito autorizzato e forse illuminato sulla “via di Palermo o di Alia” a dettare sentenze e giudizi non gratificanti, ma buttarsi fango reciprocamente non serve a nessuno, e si rischia alla fine di ritrovarsi entrambi con le mani sporche… o ancora peggio di fare come i farisei e gli anziani pronti a lapidare la donna adultera… purtroppo secondo il mio pensiero oggi come in passato più che le incomprensioni dei Parroci a portare le divisione tra le parrocchie sono stati sempre chi li ha collaborati…
Alla fine comunque malgrado il Comunicato Ufficiale non si è capito se l’invito è stato fatto ad entrambi o solo al vescovo emerito di Catania, sappiamo che il vescovo di Cefalù, con la sua venuta, non ha fatto altro che esercitare una sua prerogativa, così come il Vescovo emerito anche il nostro vescovo ha voluto manifestare il suo affetto alla Comunità aliese, da parte mia spero che sia solo una balla e che l’invito sia stato fatto ad entrambi, ma se così non fosse, non mettiamolo sul piano della fede, il prossimo anno sicuramente, non si ripeterà lo stesso errore, saranno invitati sia il vescovo di Cefalù Manzella e i vescovi emeriti, e anche quello emerito di Catania, così per il 2 luglio del 2014 avremo sicuramente almeno 3 vescovi che concelebreranno.
Un augurio al Parroco e alla comunità ecclesiale di Alia affinchè giornalmente si impegnino sempre al servizio della Madre Chiesa per il bene di Alia facendo sentire a tutti comprese le “pecore e pecorelle perdute” la BELLEZZA DELLA MISERICORDIA DI DIO…
Felice Guglielmo