Il giorno del ricordo 10 febbraio ( foibe) IL RICORDO E LA MEM
Il giorno del ricordo 10 febbraio ( foibe) IL RICORDO E LA MEMORIA... sono due parole che hanno affinità ma sostanzialmente indicano due effetti della nostra interiorità. La "memoria" intesa come capacità di ricordare è un fatto prettamente di testa, scollegato dalla sfera sentimentale del cervelletto. Il "ricordo" invece, è la parte nostalgica del nostro essere che, sfruttando proprio la memoria, ci fa rivivere spezzoni di vita come se fossimo al cinema! L’ hanno chiamata Giornata del Ricordo. Si contrappone, o si affianca, alla Giornata della Memoria. Per non dimenticare gli italiani morti nelle foibe e ovviare all’indolenza degli storici che non hanno mai studiato quegli eventi. Ma Ricordo non è memoria. Memoria è costruzione complessa, fatta di rimozioni e di riconoscimenti, attraverso riflessioni individuali e collettive: la memoria riesce per questo a costituire una componente identitaria essenziale nella vita degli individui e delle società. La giornata della memoria è stata istituita per rispondere anche a questa necessità: dotare i giovani di un patrimonio ampio di conoscenze; che facesse sopravvivere le verità di eventi che hanno segnato nel profondo il secolo XX e gli uomini che lo hanno attraversato. Da questo punto di vista è giusto aggiungere le foibe al patrimonio della memoria. Riesumare il passato significa dare un tributo di memoria anche alle vittime delle persecuzioni compiute dagli italiani, ai deportati nelle isole della Dalmazia, nei campi di Puglia; ai rastrellati e ai fucilati nelle campagne di Grecia e dei Balcani. Il "GIORNO DELLA MEMORIA" e il “ GIORNO DEL RICORDO” servono a non dimenticare le sofferenze di allora, per saper scegliere di evitare nuove sofferenze oggi, ad altri popoli e ad altre persone, in qualsiasi parte del mondo. Ma la strada verso la giustizia e la pace è ancora lunga: basta guardare a quante guerre e persecuzioni sono ancora in atto in ogni continente del mondo. Occorre proprio l`impegno di tutti noi. Disse Primo Levi a proposito di Anna Frank: "Una singola Anne Frank detta più commozione delle miriadi che soffrirono come lei, la cui immagine è rimasta nell’ombra. Forse è necessario che sia così; se dovessimo e potessimo soffrire le sofferenze di tutti, non potremmo vivere".