PD ALIA - Lettera aperta sulla problematica dei precari del Comune di Alia
Nelle scorse settimane l’Amministrazione Comunale ha avviato un processo di selezione per l’attribuzione dei profili per i dipendenti assunti con contratto a tempo determinato e parziale, dando esecuzione alla delibera G.M. 233 del 11/12/2013.
Su tale delibera noi esprimiamo forti dubbi di legittimità.
- La delibera è illegittima per incompetenza, in quanto la giunta è chiamata ad emanare atti di indirizzo, programmazione e controllo. I bandi di concorso di selezione dei profili e copertura dei posti nella pianta organica non rientrano nelle prerogative e nelle attribuzioni specifiche della Giunta Municipale che è l’organo politico. Infatti, la materia è di esclusiva competenza dell’Organo di Gestione (Incaricati di pubblici funzioni dirigenziali di servizi).
- La delibera è illegittima nel merito in quanto carente di motivazione giuridica. Infatti, fa riferimento a un atto precedente (220 del 14/11/13) discrezionale non in linea con l’impostazione legislativa regionale. Inoltre, la normativa citata non fa riferimento alcuno alle procedure concorsuali previste per la stabilizzazione del personale in oggetto (Art.3 L.R. 10/91).
- Sempre nel merito la stessa si contraddice quando afferma ”esigenze di collettività e per valorizzare la prestazione lavorativa del personale contrattista”, imponendo invece nei fatti la partecipazione del personale ad una selezione per un profilo di categoria inferiore e quindi un demansionamento (quando il CCNL prevede esclusivamente la progressione verticale). In questo modo non si valorizza il personale contrattista ma gli si arreca solo danno.
- La delibera oltre ad essere illegittima è inutile e inefficace. La G.M. non può bandire delle selezioni per l’attribuzione di profili professionali al personale, anche con contratto a tempo parziale, poiché lo stesso al momento della stipula del contratto è stato inquadrato nella categoria e nel profilo professionale che è compreso nelle declaratorie di cui agli allegati di riferimento del CCNL e del vigente regolamento sull’ordinamento degli Uffici e dei Servizi.(vedi contratti individuali di lavoro a T.D. anni 2007 e 2009).
Gli interventi normativi regionali successivi, hanno poi prorogato i contratti in essere di cui sopra, alle stesse condizioni, compresa quindi la categoria e il profilo professionale di riferimento. Non si capisce quindi la volontà della G.M. di riattribuire un profilo professionale a del personale che per contratto era stato già inquadrato nella categoria e nel profilo professionale di riferimento.
Non si comprende quindi a chi potrebbe servire quest’atto e a quale logica si riferisca.
Non vogliamo certo credere che si tratti della solita manovra di palazzo per favorire solo qualche “privilegiato”. E’ opportuna a questo punto una seria riflessione, anche alla luce del fatto che l’ARS ha approvato una norma regionale che riordina l’intera materia in termini di stabilizzazione, di procedure di selezione ed assunzione di tutte le categorie A.B.C.D.,
L’Amministrazione saggiamente non ritiene di ritirare l’atto?
Il Partito Democratico lo chiede con forza: è necessario ritirare l’atto perché totalmente illegittimo.
Di questa decisione vogliamo investire pubblicamente tutti coloro che a vario titolo all’interno della compagine amministrativa e consiliare si rifanno al nostro Partito. Stare dentro il PD significa agire con trasparenza e legalità e significa anche difendere la dignità di chi lavora.
Un atto illegittimo e forviante non può essere votato e condiviso, e chi fa parte dell’amministrazione o del consiglio comunale si deve adoperare per farlo revocare.
Infine un suggerimento per l’amministrazione: metta a disposizione la somma del 10% che ha scippato illecitamente ai lavoratori (e di cui quanto prima sarà chiamata a risponderne) e la finalizzi con dei progetti-obiettivo che riguardano l’ambiente, la cultura, i servizi sociali. In questo modo sicuramente molti lavoratori sarebbero più propensi a far raggiungere gli obiettivi amministrativi.
Il clima pesante e conflittuale che si è creato non giova a nessuno, sembra un ritorno ad un passato che francamente pensavamo fosse dimenticato.
Crediamo che in questo momento di crisi la politica deve cercare di costruire e di valorizzare tutto ciò che unisce e mettere da parte tutto ciò che divide.
Revocare l’atto in questione non sarebbe un segno di debolezza, anzi, sarebbe un modo serio e responsabile di affrontare i problemi.