I comuni siciliani oltre la crisi demografica ed economica nel convegno dell’ Anci
“Prendendo spunto dalle proposte avanzate questa mattina – ha detto Paolo Amenta, presidente dell’ANCI Sicilia, a conclusione dei lavori del convegno “I comuni siciliani oltre la crisi demografica ed economica” – emerge la necessità di creare una concreta collaborazione fra i comuni per pianificare una politica del territorio che attraverso un’adeguata architettura giuridica, sia in grado di sviluppare importanti progetti di tipo culturale anche attraverso la digitalizzazione, il lavoro a distanza, la transizione ecologica, la mobilità sostenibile. Tutto questo servirà a migliorare l’inclusione sociale, i processi di integrazione degli immigrati per cercare di arginare lo spopolamento dei territori”
“E’ assolutamente necessario – ha aggiunto Amenta – che ci sia da parte delle istituzioni coinvolte una maggiore consapevolezza anche rispetto alle scelte che si stanno effettuando in materia di sanità su tutto il territorio regionale. La riorganizzazione della rete ospedaliera, infatti, non può che tener conto anche delle scelte in materia di Centrali Operative Territoriali e ospedali di comunità con un approccio che veda una reale integrazione fra il sociale e il sanitario”.
“Bisogna avere una visione strategica e a 360 gradi delle reali necessità della nostra Isola e, al di là dei confini amministrativi, bisogna costruire le condizioni per tornare a vivere anche nei piccoli centri, per trasformarli in luoghi da vivere in cui fare tutto”.
“Il Paese ha la possibilità di crescere e di ripartire utilizzando le potenzialità delle cosiddette aree interne. Tutti gli interventi necessari, se messi a sistema, potranno dare un ritorno economico concreto oltre a dare nuovo protagonismo e valorizzazione alle risorse locali”. Questo il commento di Lino Gentile delegato ANCI nazionale Aree interne, che ha aggiunto: “Non bisogna considerare questi territori come un peso per il bilancio dello Stato ma serve, piuttosto, una politica che da sperimentale deve trasformarsi in ordinaria”.
“Purtroppo – ha concluso il segretario generale dell’ANCI Sicilia, Mario Emanuele Alvano- lo spopolamento non riguarda solo le aree interne o montane. Non è una questione limitata. In tutte le province i dati precisano che, tranne a Ragusa e Catania, negli ultimi 5 anni la popolazione dell’Isola ha subito un preoccupante decremento. Credo che nell’agenda politica il problema sia stato affrontato solo a livello di facciata ma non c’è mai stata la reale volontà di risolverlo. Come sarà la Sicilia nei prossimi anni è un argomento che bisogna affrontare ogni giorno. Sulla base del censimento chiuso al 31 dicembre 2022, la popolazione siciliana risulta ammontare a 4.814.016 residenti. Un dato in calo dello 0,4% rispetto all’anno precedente. A questo si aggiunge la crisi finanziaria che colpisce i comuni da anni e che l’ANCI Sicilia non smette di denunciare: allo stato attuale abbiamo 70 comuni in dissesto, 43 comuni in piano di riequilibrio e solo 144 bilanci in previsione e 26 approvati. In una fase in cui il mondo è alla ricerca della qualità dell’aria, di buon cibo e di una dimensione più naturale per la vita quotidiana il nostro enorme patrimonio rischia di non essere valorizzato in modo adeguato”.
Al convegno di questa mattina sono intervenuti, tra gli altri, Luciano Caveri, assessore agli Affari europei, innovazione, PNRR e Politiche nazionali per la montagna della Regione autonoma Valle D’Aosta, Maurizio Avola, professore di sociologia dei Processi economici e del lavoro dell’Università degli Studi di Catania, Andrea Marcel Pidalà urbanista Università degli Studi di Palermo, e Pieremilio Vasta, coordinatore regionale Rete civica della Salute.
Redazione Madonielive