I cittadini delle Madonie in piazza per difendere l’ospedale di Petralia
Erano in migliaia i cittadini delle Madonie scesi in piazza, a Petralia Sottana, a difesa dell’ospedale Madonna Dell’Alto. A promuovere la manifestazione, il comitato cittadino Petralia Sottana, il Movimento civico “Pediatria a Petralia” e le consulte giovanili, coinvolgendo i sindaci del Distretto Sanitario 35, i consigli comunali, le parrocchie della diocesi, le associazioni e i cittadini. Presente anche il vescovo della diocesi di Cefalù, Giuseppe Marciante che ha sfilato in corteo con i cittadini madoniti cosi come Ismaele La Vardera e Mariangela Di Gangi.
Chiuse per due le ore le attività del paese mentre il mercatino settimanale è stato spostato a domani, domenica:poi intorno il corteo è partito dai campetti di Santa Lucia, per raggiungere l’ospedale.
L’ospedale delle Madonie versa da tempo in condizioni di emergenza: negli ultimi anni sono stati smantellati il punto nascita e il reparto di ortopedia, cardiologia, mentre l’ospedale si trova privo del reparto di pediatria dal 2021, quando l’ultimo pediatra che vi lavorava è andato in pensione. Ad oggi, il corretto funzionamento del presidio sanitario è messo in crisi dalla mancanza di 60 unità tra medici e personale sanitario, che rischia di portare alla chiusura del reparto di medicina e chirurgia, sancendo di fatto la morte della struttura.
«L’ospedale Madonna dell’Alto – spiega Damiano Librizzi del comitato cittadino Petralia Sottana – è l’unico presidio sanitario delle Alte Madonie. Se dovesse chiudere questa struttura, saremmo costretti a spostarci a Cefalù o Termini Imerese, vale a dire a circa 70km di distanza. È inaccettabile che l’entroterra siciliano, che vive già tante difficoltà legate alla carenza di infrastrutture e servizi, rischi di essere privato anche dell’ospedale».
«È inutile parlare del diritto a restare in questi posti, se non si riescono a garantire diritti fondamentali, come quello alla salute» – spiegano Aldo Nasello e Tiziana Albanese delle Consulte Madonie -. Quella per salvare l’ospedale Madonna dell’Alto è una battaglia per salvare il futuro delle Madonie e di quei giovani che, nonostante le difficoltà, provano a non cedere al ricatto dell’emigrazione forzata».
Soprattutto l’assenza del pediatra ha creato negli ultimi anni ingenti difficoltà. Se una famiglia, come è successo, si trova nel pieno della notte con un piccolo in crisi respiratoria, sa già che non troverà il medico a Petralia Sottana e che dovrà intraprendere una folle corsa verso l’ospedale dei bambini di Palermo.
«Il Movimento Civico Pediatria a Petralia – spiega Manuela Ferrara – che si è costituito a seguito di questo increscioso evento, pretende che venga reinserita la figura del pediatra all’interno della struttura, venga potenziata l’attività del Ppip così da poter garantire i livelli minimi di assistenza».
«Senza salute non si può vivere nelle aree interne – spiega il sindaco di Petralia Sottana, Pietro Polito, a nome dei colleghi del distretto sanitario 35 -. Vogliamo che il lungo lavoro che da più di un anno ha coinvolto tutte le parti in causa, compresa l’Asp di Palermo e l’assessorato regionale della Salute, venga realizzato. La cosa più urgente oggi è che arrivino nuovi medici per riempire i reparti a rischio chiusura e per dare supporto al personale medico già attivo e stremato. Bisogna riempire la pianta organica approvata nel 2019 anche tramite l’attingimento a graduatorie di altre Asp e l’indizione di bandi per medici comunitari ed extracomunitari. Non ci possono essere cittadini di serie A e di serie B».
Intanto è arrivata una nota dalla Regione:«Gli ospedali non chiuderanno. Stiamo lavorando per individuare e attivare tutte le procedure indispensabili per la risoluzione delle carenze di organico nelle strutture di Petralia, sulle Madonie, e di Sciacca, nell’Agrigentino. Proprio ieri ho convocato e presieduto una riunione a Palazzo d’Orleans, alla quale ne seguiranno a breve altre, con tutti i soggetti coinvolti, fino alle determinazioni necessarie. Il problema, purtroppo, è strutturale: serve incrementare, nel lungo periodo, il numero dei medici impiegati nel Servizio sanitario regionale pubblico. Nel frattempo, utilizzeremo tutti gli strumenti in nostro possesso per scongiurare la chiusura dei due ospedali: lo dobbiamo a tutti i cittadini residenti in quei territori e nelle zone più periferiche dell’Isola». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
Redazione Madonielive