Nonno rispondi, rispondi nonno, nonnoooo rispondiiii. La suoneria de...
Nonno rispondi, rispondi nonno, nonnoooo rispondiiii. La suoneria del telefonino con la voce di Glorietta mi fece saltare in aria. Accosto la macchina ai margini della strada e mi appresto a rispondere: pronto. - << Ciao zio, sono Elisabetta, ti ho chiamato per sapere come stai >> (per chi non lo sà, lei è la mia Eli, quella dei tecnologici mugugni di cui vi ho parlato ad agosto del 2016). Conoscendola bene, svavaluciu gli occhi e : << Amore, vieni al sodo cosa hai combinato? scommetto ca pigghiasti 18 all`università e ora ti scanti di to Pà? un attimo di silenzio e.. << Ma no zio è la mamma che..... >> nemmeno il tempo di farla finire di parlare e.... << ho capito cci stricasti la machina nova e ora u nni voli ne cuntu ne suddisfazoni , la soluzione è venire dallo zio fino a quando tuo padre non gli e la fà aggiustare >>. Una sonora risata mi fa smettere di continuare ed allora << Ma no zio, è solo che oggi ho chiesto una cosa a mamma e siccome non mi ha saputo rispondere mi ha detto: pi li cosi strani rivolgiti a to ziu e così ti ho chiamato >> . A quelle parole, spengo immediatamente la macchina, butto uno sguardo allo specchietto retrovisore e a quello della vetrinetta del negozio di fronte, faccio un rapido scanner di tutto ciò che avevo fatto negli ultimi tempi, onestamente mi sembravo normale, o forse no! (mamma che dubbio Amletico). Allora: << Ma fammi capire! cosa è questa cosa strana? >>. un attimo di silenzio seguito da un heemm. : << gli ho solo chiesto che desideravo un paletot per poterlo indossare nelle giornate fredde quando vado all`università. Sapessi che scenata, ti devi vestire sistemata, no come nna zanna. La mamma di Eli, che è poco impregnata di Aliesità, (in quanto è andata via da Alia piccolina) quando gli arrivano flash di ricordi, per farsi quattro risate li demanda a me, non è che io sia un cultore delle tradizioni, ma mi piace ricamarci. E allora vai. - Cara Bettuccia, il 20 e 21 Settembre, erano gli unici e veri giorni di festa ad Alia. Con questo non ti voglio dire che le altre erano meno importanti e sentite, ma allora, pi l`Addulurata , era come l`andare in un centro commerciale adesso. I meno giovani sicuramente lo ricordano, i giovani non ne hanno nemmeno una pallida idea. Per l`Addolorata, porta d`ingresso dell`autunno, c`era la corsa all`acquisto del Paletot, ovvero Partò o Portò (a secondo se eri di lu chianu o di lu rabbatieddu), in entrambi i casi storpiatura di Paletot o Paltò, adattamento fonetico che ci ha lasciato in eredità la dominazione Francese. Due o tre enormi camion, carichi all`inverosimile di cappotti di tutte le taglie, fogge e colori, trovavano posto nel tratto che andava dalle scuole elementari (appena sotto la vanidduzza ) fino `ntà li scaluna della casa del dottore Cartabellotta. Quella era una delle mete dove Padri, Madri, Figli e Nanni si recavano per acquistare lu portò pi nesciri lu `mmiernu. A noi ragazzini, spesso o per meglio dire sempre, ci toccava quello di righettino spicatu e due taglie superiori, in quanto teneva più caldo, anche perchè sotto ci calzava bene anche il maglioncino di lana grossa fatto a mano, e poi, si nni lu garantiamu ci avremmo passato l`anno successivo, ed in fine indossarlo pi jurnata (per tutti i giorni) quello a venire. Ancora una cosa, ai nostri tempi non era contemplata la parola Cappotto in quanto lu cappuottu era il mantello che indossavano i contadini nei giorni freddi e gelidi per andare in campagna e non solo. Ma questa è un`altra storia. Invece quella dell`Addolorata te la racconterò un`altra volta. Un bacio. Un caro saluto a tutti.