Voci Siciliane

DRAGO CALOGERO DRAGO CALOGERO Pubblicato il 15/03/2018
Fin da quando ero piccolino mi parlava dei suoi sogni e della sua visi

Fin da quando ero piccolino mi parlava dei suoi sogni e della sua visi

Fin da quando ero piccolino mi parlava dei suoi sogni e della sua visione del mondo. Di parte di quel mondo che aveva visitato, delle tante persone che aveva conosciuto, dei tanti sogni infranti e di quelli che avrebbe voluto realizzare. Non era un megalomane, ma uno che sapeva stare alla pari di chiunque. Alle volte accalorandosi mi raccontava di cose che non gli avevo mai visto fare e al mio: - << ma assà là finisci, po essiri? >>. Puntualmente mi disarmava, dimostrandomi che era così come diceva. Spesso lo assecondavo nei suoi hobby visionari ( ma non tanto ) e allora passavo interi pomeriggi ( ma non ero il solo ) a provare a realizzare sogni. Era da tanto che non ci vedevamo, e quando mi vide spuntare " Ntà lu cannulieddu di la signora Maggio ", attraversò in tutta fretta la strada e mi venne ad abbracciare. - << ti ho pensato e ho chiesto di te più volte hai tuoi genitori >> e come preso da un`immediata frenesia, mi infilò la mano sotto il braccio e mi spinse verso l`officina. Si fece spazio tra mille spezzoni di ferro e qualche cianfrusaglia e mi guidò oltre il portone in ferro che si apprestò ad accostare dopo averlo varcato, lasciando la stanza semibuia. Poi corse ad attaccare l`interruttore delle plafoniere al neon e quando fù luce, con quegli occhi che gli brillavano come sempre e il sorrisino beffardo carico di soddisfazione mi domandò: - << che te ne pare? >> Restai a bocca aperta, e l`unica cosa che riuscii a dire fù: - << ma chi ti mittisti a fari? >> Davanti a me un enorme Cristo inchiodato ad una croce gigante e ai suoi piedi due statue rappresentanti una la Madonna l`altra la Veronica interamente realizzati in ferro. Poco più in là, la copia della pietà di Michelangelo: - << l`ho sbagliata >> mi fà, ed io che ancora non mi rendevo conto di come diavolo era riuscito ad assemblare tutti quei pezzi di ferro dandole forma e sembianze, rispondo che per me era bellissima. - << la ferita al costato >> aggiunse - << guardala bene >> ed io: - << è perfetta >>. Allora lui rendendosi conto che non mi accorgevo di nulla mi disse: - << è sulla parte destra, sai mi ha ingannato la foto >>. Non so se successivamente rimediò a quell`errore o lo lasciò ad indelebile firma, in quanto quei lavori non li ho più rivisti. Mi correggo, qualcosa l`ho intravista tra bagliori di fiamme e densi nugoli di fumo, in una foto pubblicata da Giusi Montemurro qualche tempo fa sul sito "sei di Alia". Ho provato un brivido e ho pensato al tuo " no " quando scherzosamente ti chiesi di regalarmeli per poterli sistemare nel giardino della mia parrocchia o nella cappella di nuova costruzione che stavamo realizzando con un gruppo di marinai sotto una garitta che apriva il suo sguardo a quel martoriato tratto del canale di Sicilia. Ti ho pensato nel guardare quella foto, ho pensato a quel tuo orgoglio di sentirti Aliese, (anche perchè tu hai scelto di esserlo) ho pensato a quel tuo no dal non volerti separare dalla bellezza del tuo ingegno, ho pensato al tuo sguardo verso pizzo Garibaldi forse rincorrendo un`ultimo sogno. Che il mio pensiero ti raggiunga dovunque tu sei. Un grande e caro augurio di buona Pasqua a tutti.

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