Preghiere antiche siciliane: riti per allontanare le persone cattive
Fra le preghiere antiche siciliane, molto interessanti sono le formule che fanno parte di quelli che possiamo definire riti propiziatori. Alcuni di questi, nell’antichità, erano volti ad allontanare le persone cattive, quelle invise, quelle che si avvicinavano per fare del male. I portatori di sventura, insomma, erano sempre in agguato e si doveva fare qualcosa per proteggersi da loro. La tradizione popolare in questo è molto attenta e prevedeva veri e propri rituali da eseguire, in nome della protezione della propria incolumità, della propria casa e della propria famiglia. La tradizione di Mazara ci trasmette una formula, che vale la pena di ricordare: lè chiuru la porta mia/ cu lu mantu di Maria/ cu li chiavi di San Simuni/ Diu mi scanza li mali pirsuni/ Cu s’accusta a lu mè scaluni/ pozza cariri facci a buccuni. La traduzione in italiano potrebbe essere la seguente: Chiudo la mia porta / protetta dal manto della Madonna/ con le chiavi di S. Simone (S. Pietro)/ (affinché) Dio mi protegga dalle cattive persone/ Chi si avvicini (per far male)/ possa cadere fulminato. Come spesso accadeva nelle preghiere in siciliano, si fa riferimento alla religiosità tradizionale. In questo caso vengono nominati la Madonna e San Simone, che non è altro che un’altra immagine, con la quale si era soliti indicare San Pietro. In particolare della Madonna viene menzionato il manto e di San Pietro si fa riferimento alle chiavi del Paradiso: questi elementi diventano gli “strumenti”, per mezzo dei quali può essere attuata quella protezione divina tanto sperata. In un’epoca di incertezze e di speranze, queste formule propiziatorie rispondevano alle esigenze di trovare delle sicurezze.