Un semplice grazie a tutti coloro che hanno contribuito a renderci lib
Un semplice grazie a tutti coloro che hanno contribuito a renderci liberi. A loro dobbiamo anche delle scuse per non aver voluto imparare la lezione alta e nobile. Non aver saputo fare tesoro dei loro sacrifici e delle tante morti. Buone gambe ancora prima di meritarci tanto onore! forse un giorno potremo essere meritevoli, oggi possiamo solo essere umilmente orgogliosi e fieri e indegnamente consapevoli di ciò che é stato. Onore anche a tutti cittadini di questo nostro paese Alia che hanno contribuito alla lotta per la libertà. Francesca Albergamo
ALBERGAMO FRANCESCA
25/04/2013
Caro Giuseppe occorre tenere la barra alta ed essere vigili,perché i tentativi di confondere le ragioni sono iniziate già da tempo.Le ragioni non furono tutte eguali:
Ci fu chi ha oppresso e chi ha liberato, non fu una guerra civile, anche se tale é poi diventata. Fu una guerra che vide l`oppressione nazista fagocitata dal fascismo, che aveva connotazioni di feroce dittatura,e vi furono uomini di buona volontà, di ogni colore e razza, uniti nella lotta per la libertà.
Ogni altra considerazione é degna di essere considerata anch`essa eversiva e strumentale. Vi sono questioni e verità che non sono contrattabili ne confondibili.
Pietà per tutti ma nella distinzione che deve essere netta e chiara.
Così come qualcuno dovrebbe avere l`onesta intellettuale di tacere quando parla di resistenza.
Quando nel proprio movimento si accolgono cittadini di " Casa Pound". Quando la cittadina parlamentare Lombardi parla di fascismo buono. Quando tra gli sprechi del governo si mettono anche le spese dei viaggi della memoria, si deve solo tacere. Anche perché non ho mai sentito questo signore parlare della resistenza o ricordare i caduti, in tutti questi anni; e allora la faccia finita.
Solo lui ha ragione ed è onesto e perbene.
Tutti quei vecchi partigiani che erano dignitosamente in corteo che, pur emanando pensiero critico non si sono neppure lontanamente sognati di inveire contro le istituzioni per le quali hanno rischiato la vita, sono tutti imbecilli e venduti. Lui solo illuminato.
Un po` di decenza, almeno in questa giornata.
Ciao giuseppe...Franca
Ci fu chi ha oppresso e chi ha liberato, non fu una guerra civile, anche se tale é poi diventata. Fu una guerra che vide l`oppressione nazista fagocitata dal fascismo, che aveva connotazioni di feroce dittatura,e vi furono uomini di buona volontà, di ogni colore e razza, uniti nella lotta per la libertà.
Ogni altra considerazione é degna di essere considerata anch`essa eversiva e strumentale. Vi sono questioni e verità che non sono contrattabili ne confondibili.
Pietà per tutti ma nella distinzione che deve essere netta e chiara.
Così come qualcuno dovrebbe avere l`onesta intellettuale di tacere quando parla di resistenza.
Quando nel proprio movimento si accolgono cittadini di " Casa Pound". Quando la cittadina parlamentare Lombardi parla di fascismo buono. Quando tra gli sprechi del governo si mettono anche le spese dei viaggi della memoria, si deve solo tacere. Anche perché non ho mai sentito questo signore parlare della resistenza o ricordare i caduti, in tutti questi anni; e allora la faccia finita.
Solo lui ha ragione ed è onesto e perbene.
Tutti quei vecchi partigiani che erano dignitosamente in corteo che, pur emanando pensiero critico non si sono neppure lontanamente sognati di inveire contro le istituzioni per le quali hanno rischiato la vita, sono tutti imbecilli e venduti. Lui solo illuminato.
Un po` di decenza, almeno in questa giornata.
Ciao giuseppe...Franca
DELEMMI DOMENICO
26/04/2013
Vorrei aggiungere che erano altri tempi e vi erano altri uomini, oggi per soldi si vendono tutto, non possiamo e sopratutto non voglio andare avanti così, con i signori politici che hanno un asorbitante stipendio mensile e a me operaio mi dicono c`è la crisi, non ci sto che futuro do ai miei figli? Non aggiungo altro. Cordiali saluti da Domenico
ALBERGAMO FRANCESCA
26/04/2013
Condivido tutto Domenico Ciao
C’è una bella canzone di De Gregori che recita pressapoco così: “Nessuno si senta escluso dalla storia, ma tutti sappiamo e non facciamo finta di dimenticarlo che la storia dà torto e dà ragione”. Questo per dire che l’ennesima proposta della destra al governo, l’ennesimo tentativo di equiparazione tra partigiani e combattenti della repubblichetta di Salò, che fa il paio con quella di abrogare la norma costituzionale che vieta la ricostituzione del partito fascista, è la solita penosa provocazione di una classe politica che, non solo non sa risolvere i problemi del presente, ma addirittura ha lo sfacciato ardire di voler riscrivere la storia per convenienza. Tentativo mai come oggi fuori luogo e fuori tempo, considerando gli esiti elettorali delle ultime settimane. C’è in questo Paese una sgangherata sarabanda che, legittimata proprio dalla politica al governo e riesumata dalle più cupe pieghe della società, crede di poter dare credibilità il fascismo attraverso proposte come queste, attraverso le quali si arriverebbe a riconoscere ad ipotetiche associazioni di ex combattenti fascisti, di poter maramaldeggiare in giro per l’Italia, promuovendo convegni e perchè no, entrando persino nelle scuole, a rivendicare il tanto rimpianto “orgoglio passato”.
Nel giorno della festa della Repubblica, nata dalla Resistenza e dall’antifascimo, tutto questo suona come una stonata fanfara, se riconoscessimo le tesi di questi perditempo, nei prossimi anni, questa potrebbe diventare la festa dei repubblichini. Costoro potranno anche strappare le pagine “sgradite” dai libri di testo, punire gli insegnati “che fanno propaganda”, quelli che magari consigliano la lettura di un testo di Gramsci, di Don Milani o di Gobetti. Potranno ripudiade “Bella Ciao” tutte le volte che viene intonata nel nostro Paese, ma questi invorniti di poca memoria se ne devono fare una ragione, una volta per tutte: nella pagina più nera della nostra storia, nessun errore di chi combatteva per liberare l’Italia dal nazi fascismo può essere minimamente paragonato all’orrore di chi per vent’anni ha schiavizzato l’Italia, sparando e torturando i propri connazionali in nome del fascismo.
Fino a prova contraria non è la Resistenza e tantomeno i comunisti che per la Liberazione dell’Italia hanno combattuto e sono morti, che devono fare i conti con la storia, ma piuttosto quanti che in nome del fascismo, ieri e oggi, credono di dare lezioni ingannevoli e a dir poco ridicole.Con stima Giuseppe