Carissimo Enzo, la colpa è solo nostra! Cioè di quei fig
Carissimo Enzo, la colpa è solo nostra! Cioè di quei figli che non celebrano i "propri Padri". Non perchè non vogliano farlo, semplicemente perchè non hanno da dimostrare niente a nessuno. Il dolore quando è "autentico" non ha bisogno di spettacolarizzazione né di autocelebrazione. Tra le mura delle nostre case "Noi li abbiamo celebrati". Con Loro abbiamo condiviso il lungo silenzio della sofferenza, vissuta in Russia, in Africa... Ci hanno insegnato a condurre un`esistenza con discrezione, senza urlare niente a nessuno! Solo i loro occhi hanno saputo parlare! I loro occhi e i loro lunghi silenzi.
È proprio questo il senso delle mie parole, ho partecipato a tante commemorazioni, sono stato al fianco di personalità, ho ascoltato le loro parole “bellissime”, “profonde”, ho visto nei loro visi anche una velata “sofferenza”, che mascherava la loro ipocrisia…
Ho sempre ritenuto che è importante ricordare le sofferenze inflitte agli uomini dai loro simili durante le guerre, torture che però ancora oggi si perpetuano in diverse parti del mondo (Bosnia, Iraq, Siria ect.ect.) che facciamo finta di non vedere, e pur ascoltando nel tg queste notizie indifferentemente continuiamo a bere e a mangiare senza soffermarci a pensare più di tanto… e poi andiamo contriti alle commemorazioni.
Vorrei aggiungere, anche rischiando di andare fuori tema, che non dobbiamo dimenticare i “supplizi” che i nostri progenitori hanno subìto per permetterci di vivere oggi in maniera dignitosa, non mi riferisco soltanto ai morti che hanno combattuto nelle guerre, ma anche a quelle persone, garzoni e pastori che hanno lavorato al servizio di prepotenti e vigliacchi che si sono arricchiti sulla pelle della povera gente.