In ricordo delle vittime delle Foibe e per riflettere sulla follia d
In ricordo delle vittime delle Foibe e per riflettere sulla follia della guerra e le sue degenerazioni. Francesca Albergamo
In ricordo delle vittime delle Foibe e per riflettere sulla follia della guerra e le sue degenerazioni. Francesca Albergamo
Per non dimenticare i martiri delle foibe si celebra il 10 febbraio il Giorno del Ricordo. Istituita con la legge n.92 del 30 marzo 2004, questa giornata vuole ricordare e onorare le migliaia di persone tra istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti che, negli anni drammatici a cavallo del 1945 sono state torturate e uccise a Trieste e nell`Istria controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito.
La maggior parte di queste persone vennero gettate (molte ancora vive, per risparmiare i proiettili!) dentro le voragini naturali disseminate sull`altipiano del Carso, le "foibe". La loro colpa era quella di opporsi all’espansionismo comunista slavo del Maresciallo Tito.
Il termine "foiba" dal latino "fovea", significa "fossa"; le foibe, sono voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d’acqua nell`altopiano del Carso, tra trieste e la penisola istriana; possono raggiungere i 200 metri di profondità.
Nelle foibe accadeva questo: " le vittime dei titini venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba dai loro carnefici. Questi, ancora non paghi dei maltrattamenti che avevano già inflitto alle persone, prima gli bloccavano i polsi e poi i piedi con il fil di ferro.
Poi li legavano gli uni agli altri sempre tramite il fil di ferro e li gettavano vivi in queste cavità naturali in mezzo ad altri morti. Nella maggior parte dei casi, però si divertivano a sparare al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri.
Questa brutta pagina della storia non va relegato in un cassetto e dimenticata perchè le tragedie del passato non si devono ripetere in futuro e per mostrare anche un pò di rispetto per quei morti di cui, purtroppo non esiste una cifra precisa proprio perchè c`è stata una difficoltà oggettiva nel recuperare i cadaveri da quelle cavità la cui imboccatura spesso veniva demolita con l`esplosivo.
Non dimentichiamo le loro sofferenze e la sofferenza di chi è rimasto vivo, ma comunque da solo, proprio perchè la politica, le istituzione, la gente li considerava estranei e criminali. Quindi venivano insultati e tacciati di essere reazionari e fascisti, secondo l’equazione manichea che bollava senza distinzione: “esule uguale fascista”, e furono lasciati soli nel loro dramma.
Detto ciò voglio raccontare la testimonianza diretta che ho ascoltato dai racconti di mio padre. Egli è stato internato dai tedeschi nel campo di concentramento di Belgrado. Lì,salvato e aiutato a fuggire dai partigiani di Tito, ha raccolto le confidenze tragiche di quei partigiani: storie terribili di come i loro congiunti, 15.000 mila in tutto, erano stati deportati, dai tedeschi aiutati dai fascisti, al confine tra l`Italia e La Iugoslavia in un campo di concentramento e lasciati a morire di fame. Alcuni si sono salvati e hanno potuto raccontare l`atrocità di quelle morti.
A quei partigiani era rimasto solo uno scopo: quello della vendetta che ha visto, in seguito, la sua nemesi nella tragedia delle foibe.
Mio padre fu aiutato a fuggire proprio da costoro e poté fare ritorno in Italia.
Non seppe mai ciò che accadde dopo, cioè, delle foibe. Aveva raccolto il loro grido di dolore, aveva intuito che vivevano nell`attesa di vendicare i loro cari, ma non sapeva cosa avessero in mente.
Quando seppe, poco prima di morire,la verità delle foibe, rimase sconvolto, ma ripensò a quegli uomini alla loro tragedia familiare e provò grande compassione per gli uni e per gli altri; disse solo queste parole:
La colpa è tutta della follia nazista e dei fascisti, loro complici.
la storia o la si legge in tutte le sue pieghe o non la si comprende.
La pietà la dobbiamo a tutti, le atrocità sono atrocità, ma le cause e gli effetti sono lo specchio del male assoluto, scatenato dalla medesima follia.
Pietà per tutti, vittime aguzzini e ancora vittime e aguzzini. Dolore circolare e concatenato che merita rispetto e preghiere.
Da quando lo seppe mio padre, che non sapeva pregare, se non a modo suo, ogni tanto diceva una delle sue preghiere per i suoi salvatori slavi e per gli Italiani Istriani,vittime delle foibe. tutte vittime di un unico folle disegno umano.