Voci Siciliane

VICARI LUCIO VICARI LUCIO Pubblicato il 25/02/2011
Il male italiano L`indifferenza è il peso morto della storia. .

Il male italiano L`indifferenza è il peso morto della storia. .

Il male italiano L`indifferenza è il peso morto della storia. ... il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare»; Il 17 marzo, sarà dunque, e solo quest`anno, festa nazionale. Ma è una festa contestata alla radice da uomini e gruppi che la dichiarano occasione di lutto: lo strano è che fanno parte del governo, e anzi sono di fatto la parte trainante e decisiva del governo stesso, una minoranza a cui una legge elettorale dissennata ha dato facoltà di detenere un potere assurdo e sproporzionato. Inutile sorprendersi: dalla Lega questo è quanto ci si poteva aspettare, e nelle occasioni più dense di significato il suo preteso federalismo si rivela per quello che è: brutale secessionismo in nome di una patria inventata e inesistente, non avvertita come tale neppure dalla grande maggioranza dei cittadini del Nord. Sorprende piuttosto la grigia tirchieria di Confindustria e di due ex-sindacati ridotti ormai ad agenzie confindustriali, incapaci di comprendere che, soprattutto nei momenti difficili, gesti simbolici hanno un valore più alto delle ore lavorate. Ma il senso di appartenenza a un destino comune appare ormai disfatto, nel mondo della politica e dell`imprenditoria, anche se non appare estraneo al sentimento popolare, che sembra aderire senza slanci sopra le righe ma anche senza freddezza, con partecipazione adulta, a una manifestazione che le circostanze hanno imposto più sobria ed essenziale di quanto poteva essere temuto alla vigilia. Compromesso da mediocri politici e imprenditori, l`onor di patria viene salvato dai comici? Sembrerebbe proprio di sì, se si tengono presenti gli indici di ascolto e di gradimento - eccezionali - della serata del Festival di Sanremo dedicata ai 150 anni dell`Unità. Benigni è riuscito a rendere accattivante il testo di un inno che rimane pur sempre bruttino e anacronistico, ma che, spiegato in forma piana nel suo contesto, riconduce a dimensione umana e comprensibile parole sommerse abitualmente da quell`eccesso di retorica, di cui il Risorgimento è stato, per molti motivi, a lungo serbatoio inestinguibile. Ancor più sorprendente perché imprevisto è stato il monologo di Gramsci del 1917 contro gli indifferenti, recitato con grande serietà dai due comici del Festival. «L`indifferenza è il peso morto della storia. ... il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare»; «tra l`assenteismo e l`indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva e la massa ignora, perché non se ne preoccupa». Sono parole molto attuali, e descrivono l`aspetto meno appariscente ma più insidioso del male italiano.

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