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IT ALIA REDAZIONE IT ALIA REDAZIONE Pubblicato il 01/12/2013
IMPEGNO DEL PRESIDENTE ARS E DEI SINDACI 
COMINCIA DALLA “CERAMICA DELLE MERAVIGLIE”
IL VIAGGIO DELLA PROPOSTA DI LEGGE 
PRO ARTE E RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO

IMPEGNO DEL PRESIDENTE ARS E DEI SINDACI COMINCIA DALLA “CERAMICA DELLE MERAVIGLIE” IL VIAGGIO DELLA PROPOSTA DI LEGGE PRO ARTE E RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO

Patti (Messina) - Sul tavolo una relazione tecnica e una bozza di possibile dispositivo di legge. Quelli di CentrarteMediterranea non hanno fatto le cose a metà. Alla giornata di studio “La ceramica delle meraviglie” all’ex convento di San Francesco di Patti hanno “allegato” una proposta vera e propria. Di legge. Fondata sullo Statuto speciale della Regione Sicilia e fondata su ciò che caratterizza la Sicilia: cultura, arte, tradizione, bellezza.

Avviati dalla conduzione di Rossana Giacalone Caleca, ideatrice del Museo Macc, dai saluti del sindaco di Patti Mario Aquino e dell’assessore al ramo del Comune di Sciacca, Salvatore Motta, e dal loro contestuale impegno a fare rete operativamente, dai saluti del presidente del Consorzio dei Comuni, Armando Lopez, i lavori seguono con la relazione di Solveig Cogliani, magistrato del Tar Lazio e pittrice, che racconta, tra l’altro, la “missione” dell’associazione CentrarteMediterranea, di cui è segretaria e che ha promosso l’evento, sottolineando il valore insostituibile della bellezza e dell’arte per la crescita di un orgoglioso senso di appartenenza delle comunità al proprio territorio. Quindi, ecco l’intervento analitico di Chiarenza Millemaggi, già magistrato del Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia come Consigliere di Stato, che, scatenando applausi da stadio, parte dalla Costituzione, segue il cammino delle leggi statali, riesamina lo Statuto speciale della Sicilia, annota sentenze e orientamenti e conclude che sì, questa proposta di legge siciliana si può fare, e che sì, lei per prima è decisamente dell’idea che questa legge si debba fare.

La norma ipotizzata è quella che, recependo e migliorando una legge statale, renda obbligatorio che il 2% delle somme spese per opere pubbliche sul territorio siciliano sia destinato all’arte e all’abbellimento delle opere e delle aree in cui insistono e che quest’arte e quest’abbellimento siano obbligatoriamente realizzati con materiali e tecniche di tradizione del luogo. L’impatto in termini di immagine, ma anche in termini di rivendicazione d’orgoglio è facilmente intuibile. L’impatto economico altrettanto. Si chiamano, queste cose, identità e sviluppo.

Consiglieri comunali delle città della ceramica, assessori, funzionari, impiegati, diverse classi delle scuole, dalle elementari al liceo, con docenti e dirigenti scolastici, rappresentanze dei club service, cittadini interessati, artisti e artigiani seguono le relazioni con puntuale attenzione. Anche quando queste relazioni toccano profili tecnici.
Ed è talmente coinvolgente il tema, sono talmente approfonditi i diversi aspetti, che una notizia arriva anche da un’assenza. Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, non è presente per un impegno imprevisto e improcrastinabile. Ma la sua assenza non implica disattenzione. Con un messaggio appositamente inviato, infatti, l’on. Ardizzone dichiara: “Prendo l’impegno di portare in Assemblea Regionale, dopo il dovuto passaggio in Commissione, la proposta di legge emersa durante i lavori de ‘La ceramica delle meraviglie’. Voglio anche sottolineare quanto sia positiva la sinergia tra l’associazionismo, e il riferimento è naturalmente a CentrarteMediterranea, le amministrazioni locali, con i sindaci che hanno aderito alla manifestazione odierna, e l’istituzione che rappresento, l’Ars”, che peraltro patrocina la manifestazione al pari del Comune di Patti.

Dalla presa d’impegno dell’on. Ardizzone all’incitazione di Filippo Nasca, dirigente del servizio legale delle Attività produttive della Sicilia: L`appello che rivolgo agli amministratori è quello di recuperare amore e sensibilità per il territorio. Prima ancora che ce lo impongano regole, locali, nazionali o internazionali. Per quanto giuste possano essere le regole. Un suggerimento, che conquista anch’esso un applauso “a scena aperta”, è quello di Anna Sidoti, sindaco di Montagnareale. Che dice: “Inseriamo nella proposta di legge anche la possibilità di destinare alla cultura, all’arte, all’abbellimento delle nostre città una quota parte del ribasso d’asta ottenuto nelle varie gare pubbliche. Oggi noi sindaci non possiamo farlo. Mentre questo sarebbe il migliore utilizzo dei soldi così ‘risparmiati’”.

Prontamente l’appunto viene preso, Centrarte – che qui è presente con Solveig Cogliani e con la segreteria organizzativa, composta da Adriana Semenza e Silvana Ardovino – se ne farà carico. Da suggerimento a rilancio, il passo viene compiuto da Mimmo Targia, dirigente regionale e presidente di Arebba Sicilia. Che, tra l’altro, annuncia l’impegno preso dal Presidente delle Strade del vino di Sicilia, Gori Sparacino. Per una replica che sia anche uno “stato di avanzamento lavori” della stessa giornata di studi, stavolta da svolgere a Sambuca di Sicilia, al Palazzo Panitteri. Un modo per dire che comincia da oggi l’”animazione territoriale” insieme con “tutti i sindaci di buona volontà”.

Dalla proposta di legge sostenuta da Centrarte agli esempi di interventi nel territorio, nati da generosità intellettuale e da grandi competenze, che vengono illustrati da Antonino Saggio. Professore associato del Dipartimento di Architettura e Progettazione Università La Sapienza di Roma che qui racconta l`esperienza del Sicily Lab dal 2006 si dedica alla progettazione e sperimentazione dello spazio urbano in termini di riqualificazione ambientale e tecnologica.

E la conclusione è affidata a Francesco Gallo, storico dell’arte e impegnato nella costituzione dell’Arcivio degli artisti siciliani del Novecento. Vibranti, trasversali suggestioni nel suo intervento. “Che i saperi parlino l’uno con l’altro, che le generazioni diverse interloquiscano, che gli uomini di scienza si confrontino con gli artisti. Come qui sta avvenendo. Come deve accadere sempre. La cultura è apertura, è possibilità. Qui stiamo dibattendo se e come destinare il 2% dei fondi per le opere pubbliche all`abbellimento. Proporrei di ribaltare la prospettiva: le opere pubbliche devono essere fatte sempre bene e devono essere sempre belle. Dobbiamo capire che il nostro paesaggio, la nostra architettura, la nostra tradizione sono la nostra identità.

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