PACHINO: IL CONSORZIO CHIEDE CHE ANCHE IL DATTERINO DIVENTI IGP
Inoltrata la richiesta di modifica del disciplinare di produzione al Ministero, le varietà riconosciute potrebbero passare da tre a cinque.
Pachino, 22 maggio 2014—Le tre tipologie di pomodoro di Pachino attualmente riconosciute come Igp potrebbero diventare cinque. E’ stata inoltrata una richiesta dai
dirigenti del Consorzio al Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali per ottenere il riconoscimento di Identità Geografica Protetta anche alla varietà datterino, che
sempre più è richiesta e apprezzata nei mercati nazionali ed esteri.
Al momento le tre varietà riconosciute come Igp sono il ciliegino, il costoluto e il tondo liscio (che può essere a frutto singolo o a grappolo)
“Abbiamo richiesto al Ministero di inserire anche le tipologie plum e miniplum - spiega il Presidente Sebastiano Fortunato- per dare maggiore forza al brand ’Pomodoro di Pachino’
attraverso un prodotto ampiamente apprezzato nei mercati nazionali e internazionali. Si tratta di un percorso burocratico complesso e ringraziamo i professionisti e i consulenti, tra
cui l’esperto di progettazione Salvatore Francavilla, che ci hanno accompagnato in questa attività”.
“La richiesta di modifica del disciplinare di produzione vigente viene effettuata su interesse
dei produttori- aggiunge il Direttore Salvatore Chiaramida- al fine di non discriminare gli
operatori che operano nella zona di produzione del Pomodoro di Pachino Igp individuata come area geografica delimitata. Infatti le caratteristiche del territorio si riflettono anche
sulle suddette tipologie nello stesso modo in cui influiscono sulle tipologie già richieste e approvate”.
Le tipologie ‘plum e miniplum’ ha uno stretto legame con il territorio ed hanno beneficiato anch’esse delle imprescindibili caratteristiche dello stesso. Oggi, le tipologie in questione,
grazie al favore ottenuto nei mercati, hanno raggiunto una quota consistente di produzione eguagliando la produzione delle altre tipologie di pomodoro di Pachino a marchio IGP.
Questa variazione del disciplinare di produzione tutela il prodotto legandolo alla zona di coltivazione e arricchisce la denominazione di origine garantendo il consumatore sulla
provenienza del prodotto.