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IT ALIA REDAZIONE IT ALIA REDAZIONE Pubblicato il 25/08/2012
SI CONCLUDERÀ DOMENICA CON PISPISA E TRIFIRÒ L’ESTATE CULTURALE DEL CIRCOLO AGATIRSO DI NASO

SI CONCLUDERÀ DOMENICA CON PISPISA E TRIFIRÒ L’ESTATE CULTURALE DEL CIRCOLO AGATIRSO DI NASO

Si concluderà domenica l’ del Circolo Agatirso di Naso, realizzata in collaborazione con iTAM Comunicazione, Viviana Montalto (Doralice Messina) e Galleria Lombardi (Roma). L’ultimo appuntamento (ore 18:30, via Amendola 3, Naso) è con Il Cristo ricaricabile (Meridiano Zero 2012), quarto romanzo di Guglielmo Pispisa dopo Multiplo (Bacchilega 2004), Città perfetta (Einaudi 2005), La terza metà (Marsilio 2008). Interverrà con l’autore Katia Trifirò, dottore di ricerca e docente a contratto all`Università degli Studi di Messina, autrice di pubblicazioni specialistiche tra cui Dal futurismo all`assurdo. L`arte totale di Beniamino Joppolo (Le Lettere 2012).

L’incontro con Pispisa viene dopo la manifestazione “Arte e Cervello” alla quale hanno partecipato il gallerista Enrico Lombardi, lo storico dell’arte Andrea Romoli Barberini, i pittori Solveig Cogliani e Danilo Maestosi, e dopo l’incontro di ieri, giovedì 23 agosto, su Il Principe fulvo (Sellerio 2012).
Un libro per i lettori, non per gli addetti ai lavori soltanto, lo ha presentato l’autore, Salvatore Silvano Nigro. Perché “quando si scrive bisogna avere rispetto per il lettore e mettersi dalla sua parte. Che sia un saggio, un romanzo, una biografia, poco importa”. Un`opera su cui, dopo i saluti del presidente del Circolo Sebastiano Paterniti, si è svolta ieri una carrellata critica a tre voci, protagonisti l`autore, Dario Tomasello e Gioacchino Lanza Tomasi.

Al centro dell’incontro è stata un`interpretazione del Gattopardo ben distinta da quella offerta dal film di Visconti, “che si ferma – a detta di Nigro – ad un passo dalla chiave di lettura che ci offre Tomasi di Lampedusa”, e lontana dalla celebre frase assunta da decenni a sintesi dell`opera, bollata senza mezzi termini dall`autore come “chiave di lettura aberrata aberrata di un`opera che è diventata un classico della letteratura novecentesca”. Ma si è parlato anche del legame tra Lampedusa e i territori in cui si svolge l’incontro. Tanto che, prima dell’avvio della manifestazione, i tre ospiti hanno visitato Naso, Nigro e Tomasello per la prima volta, Lanza Tomasi di ritorno dai tempi delle visite fatte insieme con Lucio Piccolo, mostrando per la città un’attenzione e un interesse che Paterniti non ha mancato di sottolineare.

“Il mio sforzo è stato rileggere Il Gattopardo alla luce dell`epistolario inedito di Tomasi di Lampedusa e dell`ultimo capitolo del romanzo. La disgrazia di tanti scrittori siciliani è di aver incontrato tanti critici siciliani. Tomasi di Lampedusa è stato una delle vittime per eccellenza del sicilianismo e il suo capolavoro è stato interpretato sempre secondo i soliti canoni, anche dopo le scoperte legate alla pubblicazione del suo epistolario che mettono in evidenza novità fondamentali per la comprensione della sua opera”, ha detto Nigro, docente di Letteratura italiana alla IULM di Milano, firma del Domenicale del Sole 24 Ore, componente della Giuria dei Letterati del Premio Campiello, una laurea honoris causa dalla Chicago University, curatore per Sellerio delle opere di Mario Soldati, Giuseppe Bonaviri e Andrea Camilleri e per Adelphi degli scritti inediti di Giorgio Manganelli. “Nel Gattopardo l’interesse di Lampedusa non è storico o sociale ma principalmente allegorico e legato a doppio filo a una svolta nella vita del suo autore: il 1938, anno del Manifesto della razza, della scomparsa di Maiorana e anno in cui è ambientato il suo racconto la Sirena”.

“Il Principe fulvo è un`avventura scrittoria dentro il mondo di Lampedusa, un`indagine intorno alla grandi ragioni letterarie che parte da un`area tangenziale, il suo rapporto con i Piccolo – ha ricordato Dario Tomasello, professore associato di Letteratura italiana contemporanea e responsabile del DAMS dell`Università di Messina – per offrirci un variegato caleidoscopio di personaggi sottratti alla loro storia personale. Nel corso di questo viaggio, Nigro segue le tracce beffarde di un Lampedusa inedito, che non si nega cadute di fronte alle grandi macchinazioni della storia”.

“Lampedusa non è un cercatore di verità, un cronachista, è un affabulatore. Il suo – ha concluso Lanza Tomasi, figlio adottivo di Lampedusa, musicologo, già sovrintendente della Fondazione Teatro San Carlo e direttore, tra l’altro, dell’istituto di cultura italiana di New York – è un libro fuori dal tempo e questa interpretazione fornita da Nigro arriva in un momento opportuno. Perché il Gattopardo è stato sempre calato in un contesto politico, ultima in ordine di tempo l`affermazione di Lombardo: “Finiamola con Lampedusa e il disfattismo”. Spero che il Principe fulvo non esaurisca la ricerca e lo studio su Tomasi di Lampedusa. L`analisi delle sue opere è un`avventura lunga che può rivelare ancora sorprese”.

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