Era Domenica quel 19 Maggio del 1963
Era Domenica quel 19 Maggio del 1963, io otto anni compiuti, lui da poco dieci.
Quanti ricordi !
E` il giorno della festa a Marcatobianco, si festeggia il SS.Crocifisso, Patrono della borgata a pochi chilometri da Alia ma appartenente al territorio di Castronovo di Sicilia .
Eravamo vestiti a festa io e il mio amico e compagno di giochi Rosario, era Domenica, giorno di festa a Marcatobianco.
Finita “la messa delle 11” al Santuario Maria Santissima Delle Grazie, ci soffermammo sul piazzale antistante la Chiesa : “Che meraviglia esclamai guardando Rosario” .
Ma cosa sono questi cavalli? - chiesi a Saro - con tutti questi ornamenti vistosi e con l`immaginetta di Gesù in Croce attaccata sulla fronte ?
Sono i muli – rispose Saro - che cavalcati dai loro padroni andranno a Marcatobianco per il ringraziamento a Gesù del raccolto dell` anno .
Oggi là...è festa – continuò Saro – ci sono le bancarelle e offrono cose da mangiare.
Che fa, ci andiamo, gli dissi ?
E così quando vedemmo partire i muli con coloro che li montavano , senza esitare ci andammo
appresso e ci incamminammo nella nostra prima avventura “fuori dal paese” …
All`insaputa dei genitori e accompagnati da quella spensierata incoscienza dell`età andammo per le trazzere di quel tempo.
Non era facile tenere il passo dei muli, ogni tanto ci fermavamo per riposarci, avevamo sete, non avevamo acqua, i muli si allontanavano sempre più, le persone che li cavalcavano non si giravano per vedere se tenevamo il passo o forse non si erano neanche accorti della nostra presenza.
Tutto accompagnato da quella spensierata incoscienza e che mai avremmo sognato di procurare preoccupazioni e tante...ai nostri genitori.
Arrivammo a destinazione, da soli, non avevamo retto il passo dei cavalli; data l`ora forse un po` tardi, non trovammo nessuno nella piazza della borgata, erano tutti a pranzo.
Ma la festa dov`è ? - chiesi a Saro – escono più tardi rispose, con un tocco di magico sorriso.
C`era un uomo, con la barba bianca, incolta ; con lui una piccola bancarella in legno con appesi palloncini colorati, vendeva semini, ceci e qualche bevanda analcolica.
Tolse il tappo a quella gassosa - “amunì viviti picciotti ca cauru c`è...”
Ci dissetammo un po` e non ci fece pagare, lo ringraziammo mentre ci allontanavano.
Intanto erano già forse le tre del pomeriggio, nei nostri pensieri affioravano le preoccupazioni dei nostri familiari che erano all`oscuro di tutto e non sapevano dove eravamo.
Qualche lacrima scendeva sulle guance e Rosario mi rassicurava; stai tranquillo – disse Saro - adesso facciamo subito a ritornare, conosco una scorciatoia che ci farà arrivare prima.
Con passo frettoloso e ansioso accompagnato da una forte tensione ci avviammo, avevamo capito di aver fatto davvero una “grande marachella”.
Nei pressi di “cuozzu di Lu Ciciru “ intravedemmo una fiat 600 beige che si avvicinava sempre più verso di noi.
Sentivamo le voci degli occupanti dell`auto; “ la sono, eccoli finalmente, loro sono “.
Due bei ragazzi ventenni, scesero dalla macchina, ma che alti che erano, veniva il torcicollo a guardarli.
Rosolino Lo Bue e Alfredo Cerniglia incaricati dai nostri genitori ci trovarono dopo averci cercato dappertutto.
Ma cosa fate? - ci dissero - rimproverando un po` più severamente Rosario solo perché maggiore di me.
A casa stanno impazzendo – continuarono Rosi e Alfredo - e voi qua per le campagne a scorrazzare, ma siete incoscienti ?
Tu Saro, sei responsabile che sei più grande … ma che fate !
Avanti – disse Rosi – salite subito in macchina, vi aspettano a casa e i vostri familiari sono abbastanza preoccupati.
Salii subito in macchina, sentendomi un po` più sereno, Rosario non volle salire, era stato rimproverato più aspramente come responsabile di quanto accaduto, lo invitai ripetutamente a salire in auto ma preferì ritornare ad Alia, a piedi, da solo !
Rosi e Alfredo mi accompagnarono a casa, i miei mi aspettavano li, fuori , davanti all`uscio.
Scesi dalla macchina piangendo, corsi ad abbracciare Mamma Papa Franca e Adele.
Piangevo ancor di più perché pensavo a Rosario che da solo nelle campagne di Alia, ritornava a casa.
Mi affacciavo dal balcone continuamente, aspettando il suo rientro, finché non lo vidi, rassicurandomi.
Ma che ricordo ! Grazie Rosario !
Con l`affetto di sempre .
Giacomo
13 Maggio 2021
Dipinto di Dima Dmitriev