Voci Siciliane

CANNICI GIACOMO CANNICI GIACOMO Pubblicato il 13/05/2021
Era Domenica quel 19 Maggio del 1963

Era Domenica quel 19 Maggio del 1963

Era Domenica quel 19 Maggio del 1963, io otto anni compiuti, lui da poco dieci.
Quanti ricordi !
E` il giorno della festa a Marcatobianco, si festeggia il SS.Crocifisso, Patrono della borgata a pochi chilometri da Alia ma appartenente al territorio di  Castronovo di Sicilia .
Eravamo vestiti a festa io e il mio amico e compagno di giochi Rosario, era Domenica, giorno di festa a Marcatobianco.
Finita “la messa delle 11” al Santuario Maria Santissima Delle Grazie, ci soffermammo sul piazzale antistante la Chiesa : “Che meraviglia esclamai guardando Rosario” .
Ma cosa sono questi cavalli? - chiesi a Saro - con tutti questi ornamenti vistosi e con l`immaginetta di Gesù in Croce attaccata sulla fronte ?
Sono i muli – rispose Saro - che cavalcati dai loro padroni andranno a Marcatobianco per il ringraziamento a Gesù del raccolto dell` anno .
Oggi là...è festa – continuò Saro – ci sono le bancarelle e offrono cose da mangiare.
Che fa, ci andiamo, gli dissi ?
E così quando vedemmo partire i muli con coloro che li montavano , senza esitare ci andammo
appresso e ci incamminammo nella nostra prima avventura “fuori dal paese” …
All`insaputa dei genitori e accompagnati da quella spensierata incoscienza dell`età andammo per le trazzere di quel tempo.
Non era facile tenere il passo dei muli, ogni tanto ci fermavamo per riposarci, avevamo sete, non avevamo acqua, i muli si allontanavano sempre più, le persone che li cavalcavano non si giravano per vedere se tenevamo il passo o forse non si erano neanche accorti della nostra presenza.
Tutto accompagnato da quella spensierata incoscienza e che mai avremmo sognato di procurare preoccupazioni e tante...ai nostri genitori.
Arrivammo a destinazione, da soli, non avevamo retto il passo dei cavalli; data l`ora forse un po` tardi, non trovammo nessuno nella piazza della borgata, erano tutti a pranzo.
Ma la festa dov`è ? - chiesi a Saro – escono più tardi rispose, con un tocco di magico sorriso.
C`era un uomo, con la barba bianca, incolta ; con lui una piccola bancarella in legno con appesi palloncini colorati, vendeva semini, ceci e qualche bevanda analcolica.
Tolse il tappo a quella gassosa - “amunì viviti picciotti ca cauru c`è...”
Ci dissetammo un po` e non ci fece pagare, lo ringraziammo mentre ci allontanavano.
Intanto erano già forse le tre del pomeriggio, nei nostri pensieri affioravano le preoccupazioni dei nostri familiari che erano all`oscuro di tutto e non sapevano dove eravamo.
Qualche lacrima scendeva sulle guance e Rosario mi rassicurava; stai tranquillo – disse Saro - adesso facciamo subito a ritornare, conosco una scorciatoia che ci farà arrivare prima.
Con passo frettoloso e ansioso accompagnato da una forte tensione ci avviammo, avevamo capito di aver fatto davvero una “grande marachella”.
Nei pressi di “cuozzu di Lu Ciciru “ intravedemmo una fiat 600 beige che si avvicinava sempre più verso di noi.
Sentivamo le voci degli occupanti dell`auto; “ la sono, eccoli finalmente, loro sono “.
Due bei ragazzi ventenni, scesero dalla macchina, ma che alti che erano, veniva il torcicollo a guardarli.
Rosolino Lo Bue e Alfredo Cerniglia incaricati dai nostri genitori ci trovarono dopo averci cercato dappertutto.
Ma cosa fate? - ci dissero - rimproverando un po` più severamente Rosario solo perché maggiore di me.
A casa stanno impazzendo – continuarono Rosi e Alfredo - e voi qua per le campagne a scorrazzare, ma siete incoscienti ?
Tu Saro, sei responsabile che sei più grande … ma che fate !
Avanti – disse Rosi – salite subito in macchina, vi aspettano a casa e i vostri familiari sono abbastanza preoccupati.
Salii subito in macchina, sentendomi un po` più sereno, Rosario non volle salire, era stato rimproverato più aspramente come responsabile di quanto accaduto, lo invitai ripetutamente a salire in auto ma preferì ritornare ad Alia, a piedi, da solo !
Rosi e Alfredo mi accompagnarono a casa, i miei mi aspettavano li, fuori , davanti all`uscio.
Scesi dalla macchina piangendo, corsi ad abbracciare Mamma Papa Franca e Adele.
Piangevo ancor di più perché pensavo a Rosario che da solo nelle campagne di Alia, ritornava a casa.
Mi affacciavo dal balcone continuamente, aspettando il suo rientro, finché non lo vidi, rassicurandomi.
Ma che ricordo ! Grazie Rosario !
Con l`affetto di sempre .
Giacomo
13 Maggio 2021

Dipinto di Dima Dmitriev



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