SAPI COMU FU`, CU FU` E PIRCHI` FU` (Più punti di vista, più verità) ovvero (Quando si dà sfogo alle illazioni e alle supposizioni)
Con il rastrellino di plastica, spostando più in là le alghe di Poseidonia, pulimmo un bel tratto di spiaggia e nel mezzo ci piazzammo Roberto che, sdraiato sul suo seggiolone, si godeva il tepore di quel sole Settembrino schiudendo gli occhietti riparati da un casco di riccioli d`oro. Qualche metro più in là, mentre Arianna e Christian, sotto lo sguardo vigile di mamma Patrizia e zia Maria si tuffavano tra le basse e morbide onde del mare delle Granelle, Enrico ed io, camminando avanti e indietro lungo il bagnasciuga parlavamo del più e del meno. Il cucciolo di pastore tedesco apparve all`improvviso, puntò dritto il seggiolone e cominciò a saltellargli intorno come in preda ad una crisi isterica. Intervenimmo subito cacciandolo via e lui sfrecciò veloce verso il gruppo di Kitesurfisti a qualche decina di metri più in là. Da lontano osservavamo il cane saltellare tra le tavole e gli aquiloni multicolori stesi sulla spiaggia, buttandosi in acqua con i surfisti e così riprendemmo la nostra passeggiata rilassante. La distrazione fu di un attimo quando lo vedemmo catapultarsi tra i nostri effetti personali e le braccia di Roberto. Solita corsa, solito inveire e il cane fuggì nuovamente da dove era venuto. Fu allora che con fare alquanto infastidito cominciammo a sbracciarci e a mimare agli astanti bagnanti di legare il cane e tenerselo vicino. Per tutta risposta uno di loro fece cenno al cane di dirigersi verso di noi. Non l`avesse mai fatto, io per primo cominciai ad imprecare mandandogli un putiferio di improperi e minacce, lui a sua volta comincio a saltellare come un pazzo battendosi le mani al petto e sulle ginocchia. A quel punto, io avanti ed Enrico dietro partimmo, furiosi e decisi anche a venire alle mani se fosse stato necessario. Per la verità io che un grande litigante non lo sono mai stato percorsi pochi metri sperando ardentemente che Enrico mi sorpassasse e prendesse in mano il bandolo della lite. Così non fù, evidentemente lui essendo meno litigioso di me si teneva a debita distanza . Purtroppo il guanto era stato lanciato e seppure in un alone di ben celato terrore avanzammo in lasca anzi laschissima fila indiana. L`omaccione d`avanti a noi continuava a saltellare e sbraitare furiosamente e già immaginavo il primo contatto fisico (quante me ne darà? E io qualcuno riuscirò a darglielo?) pensai. Arrivati a breve distanza cominciammo a distinguere le urla del signore, che non erano affatto minacce ma sfinite e disperate spiegazioni non è il mio, nunnè miu, lu vuliti capiri, vi stai riciennu ca nunnè miu, nunnèeeee miuuuuu, come ve lo devo dire, nunnèeee lu miuuu . Ci rilassammo con una fragorosa risata, cacciando insieme via il cane oltre la siepe da dove evidentemente era arrivato e chiarendoci amichevolmente:- credevo fosse il vostro ci spiegava il signore e lo rimandavo da voi pregandovi di legarlo perche avevo paura che mi strappasse le tele. Ci salutammo con un grande e reciproco sorriso e con la rafforzata consapevolezza che nei vari eventi della vita quotidiana, mai è bene fidarsi delle apparenze e che è ancor meglio perdere un solo minuto per chiarire che trascorrere un sacco di tempo tra dubbi e a volte rancori, figli di malintesi e incomprensioni. Un caro e afoso saluto a tutti.
Solo una cosa...ma non eri tu dietro di me? :-)