"SQUILLIDAMENTE SQUILLIDO"
Margherita Barbato ai più non dice nulla, ad alcuni di noi riporta alla mente ventate di fanciullezza. Veramente non è di lei che vi voglio parlare ma dell`accademia della crusca. A questo punto qualcuno si chiederà "e allora cosa c`entra la Barbato?" Per quelli della mia età, quando si parla d`Italiano, lei nel bene (per suo merito) e nel male (per la sciccaggine nostra) c`entra sempre! Ma andiamo per ordine! Qualche tempo fa impazzava tra tutti i mezzi di comunicazione la parola "PETALOSO". Un ragazzo, la scrisse nel suo compitino e la maestra la volle sottoporre all`attenzione della commissione dell`accademia della Crusca, custode della lingua Italiana nel mondo. La risposta, poi fatta rimbalzare sui social, conteneva pareri favorevoli in quanto la parola risultava chiara ed appropriata, ma la stessa accademia sostiene che non possono essere gli studiosi a decidere quale parola può o deve entrare nel vocabolario se prima non diventa modo e uso comune di pronunciarla. Quella mattina, stropicciandosi le mani e con quel sorriso beffardo che la rendeva simpaticissima, la Barbato si accingeva all`ennesima falcidiata. Preceduto da un leggero sogghignetto sentenziò: "oggi, parliamo di aggettivi superlativi". A parte Giacoponello che riuscì a mimetizzarsi nel suo solitario ultimo banco tra colori e schizzi d`autore e Santo, che riusciva a sdrammatizzare la qualunque, il resto della classe, si trovò spiazzato e indifeso e fù così che la strage ebbe inizio: Saia "giustiziato", Miceli "giustiziato", Rizzotto "giustiziato", Montemurro "giustiziato", Drago "giustiziato". No, non era la Margherita che tutti conoscevamo, quel giorno c`era qualcosa di sinistro in lei e il termometro della tensione salì. Guagenti " Giustiziato", Ditta, "giustiziato", Geraci "giustiziato", Guccione ..... indicò con la testa riccioluta in vena di scherzi, "dimmi il superlativo assoluto di bellissimo!" Fù allora che l`amico Pino, carico di tensione e rosso paonazzo scostando la sedia e saltando in piedi proferì ad alta voce: "SQUILLIDO!". Restammo gelati nell`attesa del verdetto e quando la Barbato, annuendo, si sciolse in uno dei suoi sorrisi da orecchio ad orecchio la classe scoppiò in un tripudio di applausi e risate. "Peccato - sentenziò la prof. - che il termine non esiste, altrimenti sarebbe stato veramente appropriato". Ai tempi della nostra gioventù non esistevano i Social e il facile comunicare, altrimenti chissà, ci saremmo trovati un paesano a duettare con Dante. Noi tra amici, quel modo di dire lo abbiamo continuato ad usare per indicare qualcosa di più bello del bellissimo. Era diventato uso comune sottolineare di quanto era "squillida" quella ragazza o che "Squillido" gol aveva fatto il tizio, per non parlare degli "squillidi" momenti passati fra compagni di scuola tra i banchi della Francesco Orestano. Il tempo mi fa sfuggire il ricordo di parte di essi, alcuni nel menzionarli, hanno suscitato in me grande emozione, anche perché tra loro c`è chi ci ha lasciati, molti siamo andati via (alcuni chissà dove), altri, tra cui il mio amico Pino, risiedono e lavorano ancora ad Alia e quelle rare volte che torno, il rincontrarlo e salutarlo, mi riporta tra le braccia di uno "Squillido" passato. Un caro saluto e nell`approssimarsi del due luglio che Maria Santissima delle Grazie ci protegga tutti.