C’ERA UNA VOLTA IL DIRITTO ALLO STUDIO
Nell’economia delle famiglie che hanno figli che studiano, il mancato rimborso delle spese di trasporto per gli studenti pendolari è diventato un onere non indifferente specialmente in questo periodo di crisi e ristrettezze. Dover anticipare decine di euro ogni mese diventa un problema e un sacrificio per molte famiglie. Dopo mesi di attesa sembrava che ad Alia la situazione si fosse sbloccata con la determina di pagamento (n° 68/2013) mandata pure in pubblicazione. Poi tutto si è bloccato, sembra che non si possano anticipare i fondi che devono arrivare dalla Regione. Nello scaricabarile ci vanno di mezzo sempre i più deboli. Come ad esempio, i lavoratori precari del Comune lasciati senza stipendio da molti mesi. (Per inciso: ma perché in altri comuni riescono a pagarli e ad Alia no?). Se si deve tagliare, guarda caso è sempre la scuola, la sanità e i servizi sociali che soccombono. Sprechi e privilegi quasi sempre rimangono. La nostra Costituzione, “la più bella del mondo”, all’art. 3 recita “… È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l`eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana …” e all’art. 34 “… La scuola è aperta a tutti. L`istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”. Siamo certi che i nostri amministratori e politici, da quelli di Alia a quelli di Palermo o di Roma, hanno sempre presente nel loro operare questi articoli della Costituzione e dovendo dare delle priorità, salvaguardano il diritto allo studio e la dignità delle famiglie. Perché se così non fosse, se la politica si riduce al rimpallarsi le responsabilità tra Comune e Regione calpestando i diritti dei cittadini senza risolverne i problemi, allora è meglio che tutti costoro, a partire da Crocetta, vadano a fare un altro mestiere.