Voglio solo fare un appunto sulla questione aperta da Lucio Vicari ess
Voglio solo fare un appunto sulla questione aperta da Lucio Vicari essendo, ahimè, uno dei tanti lavoratori che stanno vivendo sulla loro pelle tutto lo sfacelo che ben conosciamo. Come mia abitudine cerco sempre di guardare le cose cercando di distaccarmi dal mio punto di osservazione per evitare così di parlare a senso unico. E` sacrosanto che nel mondo del lavoro chi crea occupazione venga tutelato ma lo è anche per i lavoratori. Sarebbe infatti sbagliato tutelare solo una parte o l`altra...il giusto equilibrio, quando le cose funzionavano, veniva dalle contrattazioni. Cosa può venir fuori da una scelta unilaterale? Disaffezione al lavoro e riduzione della qualità in primis, il resto possiamo solo immaginarlo. E` giusto parlare di competitività quando un operaio serbo guadagna 160 euro al mese? A cosa dovrebbe rinunciare un operaio italiano per poter dare alla propria azienda competitività? Allora forse si può essere competitivi puntando su una maggiore qualità, innovazione, tecnologie, non si esce dalla crisi massacrando i lavoratori e chiudendo gli stabilimenti. Cosa dovrebbero fare gli imprenditori tedeschi che devono subire un costo del lavoro ben più alto di quello italiano e con un orario di lavoro settimanale inferiore? La Germania, parlo della produzione di automobili, è "stranamente" quella che sente meno la crisi, anzi nei primi 6 mesi di quest`anno ha fatto registrare un boom delle vendite...in Italia siamo tutti in cassa integrazione!! Colpa dei lavoratori? Con tutta la consapevolezza che stiamo attraversando un periodo non buono l`unico stabilimento che sta chiudendo è quello di Termini Imerese, definito dal compianto Avv. Agnelli "il fiore all`occhiello degli stabilimenti italiani", al quale aggiungo la miriade di stabilimenti italiani (vedi OMSA) che dall`oggi al domani hanno mollato tutto e tutti per andare in Cina. Per essere competitivi o solo per incrementare i guadagni? E` comodo chiudere in Italia in barba ad ogni forma di nazionalismo ed impiantarsi in nazioni dove il costo del lavoro è bassissimo...poi vendere il prodotto finito in Italia!! Esistono due modi, a mio avviso, per combattere tutto ciò, non acquistare prodotti di aziende che sono "fuggite" dall`Italia e chiedere alla Comunità Europea l`applicazione dei dazi sui beni prodotti in paesi dove il costo del lavoro è basso. In caso contrario...non ci resta che piangere.