A PROPOSITO DI PRECARIATO (da cittadini a sudditi) Ciò che
A PROPOSITO DI PRECARIATO (da cittadini a sudditi) Ciò che sta accadendo in Sicilia non è altro che la sublimazione quintessenziale di un sistema di potere clientelare e “regionalistico” già in vigore sin dagli esordi dell’Autonomia e che ha impedito un vero e proprio sviluppo. Strappare, quindi, questa terra dal sottosviluppo a cui è stata relegata, rappresenterebbe un cambiamento culturale e ideologico epocale e traumatico; scompiglierebbe le carte, che messe lì dove stanno, compongono un perfetto mosaico di approvvigionamento politico. Costretti, invece, a chiedere stabilità ad ogni appuntamento elettorale, i precari diventano un solido, sicuro bottino di voti e si trasformano, quasi senza accorgersene, da cittadini in sudditi. In virtù di questa logica perversa, ma anche perché la situazione è sfuggita di mano, per le sproporzioni numeriche che ha assunto, non si è consentita la stabilizzazione di tutti i precari, mediante apposita legge, contrariamente a quando già effettuato in altre regioni d’Italia. Ora, posto che questa formula lavorativa ha rappresentato la forma più offensiva e umiliante nella lotta contro la disoccupazione, e nei riguardi di chi un posto di lavoro lo ha ottenuto mediante concorso, e considerato che gli stessi precari hanno sottovalutato il loro stesso “Status” dando per scontata la stabilizzazione, e lasciandosi imbonire da false promesse e illusioni, credo che sia giunto il momento di un’assunzione di responsabilità da parte dei politici, ma anche la consapevolezza, da parte , di tutti noi cittadini aliesi, che se più di 60 persone, in questo comune, rischiano il proprio posto di lavoro, il problema diventa di ordine umano, sociale e civile. Ragione per cui intendo dare a tutti i precari comunali, ma anche a tutti quei precari invisibili che ancora, nonostante in età matura, non hanno un posto di lavoro né stabile né precario, la mia più sentita solidarietà. La stessa solidarietà che estendo anche ai cassintegrati Fiat, perché la natura del loro problema assume connotazioni ancora più devastanti. Mi auguro che tutti siano sostenuti dagli amministratori comunali in una battaglia che non può avere bandiere, se non quelle del diritto di ogni essere umano alla propria sopravvivenza. Girare la testa dall’altra parte, pensando che il problema non ci riguardi, diventa un esercizio molto pericoloso e poco cristiano. Solidarietà, quindi, a tutti. N.B. – Ho appena finito di scrivere questo testo e ho acceso il televisore, trovandomi casualmente su un canale agrigentino, e ho ascoltato un politico regionale fare questa dichiarazione: - La crisi economica in Sicilia ha assunto dimensioni non più controllabili da quando facciamo parte della Comunità Europea, ragione per cui oggi, dopo avere aiutato la Grecia, la nostra situazione regionale si è aggravata, tanto da mettere in pericolo la stabilizzazione dei precari. Ecco, cari precari, è tutta colpa della Grecia, non lo sapevate? Ora lo sapete! Mi chiedo se i Signori politici siano anche in crisi di falsità oppure, peggio ancora, siano convinti di trovarsi di fronte un popolo di imbecilli. Nell’ uno o nell’altro caso siamo davvero al teatro dell’assurdo di pirandelliana memoria… e la tragedia è tutta siciliana! Francesca Albergamo Lo Bue