Il castello di Mussomeli - Fotoracconto di IT ALIA REDAZIONE

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Il castello di Mussomeli

Fotoracconto di IT ALIA REDAZIONE - Mussomeli Pubblicato il 24/07/2019
Le tracce architettoniche più antiche del sito sono di epoca sveva (tra queste, la cappella, posta nel recinto interno). Il castello fu poi edificato tra il 1364 e il 1367[2] da Manfredi III Chiaramonte, conte di Modica (morto nel 1391), mentre le forme attuali del fortilizio si devono soprattutto all`intervento operato all`inizio del XV secolo dai Castellar, signori di Mussomeli.[3]

Oltre alla cappella, assai rilevante è la cosiddetta "sala dei Baroni" (o "sala del trono"), anch`essa sita nel recinto interno. Su questa corte affacciano dei pregiati portali di stile chiaramontano.[4] Interessante pure la "sala del camino" e la "sala da pranzo", caratterizzate da elementi gotici, e la "camera da letto" del conte, a doppia volta a crociera. Da ricordare ancora l`armeria, la cosiddetta "camera della morte", con insidiose botole, la "stanza delle tre donne" e il carcere feudale. All`esterno si notano il ricovero del corpo di guardia e la cappella, dedicata prima a san Giorgio, protettore dei Chiaramonte, indi alla Madonna della Catena, con probabile riferimento ai detenuti.[5]

Nel 1391 il maniero entrò in possesso di Andrea Chiaramonte, che ebbe dei seri contrasti con la regina Maria, tanto da essere giustiziato l`anno successivo.[6]

La rocca passerà ai Moncada e, più tardi, in modo definitivo, ai Lanza: Cesare Lanza, nel 1564, acquisirà il rango di primo conte di Mussomeli. Suo figlio Ottavio, nei primi anni del Seicento, decise di abbandonarla e adibirla a carcere: poi verrà abbandonata alla mercé delle intemperie e ciò la salvaguarderà, almeno, dai rifacimenti secenteschi e settecenteschi con la conservazione dell`aspetto originario, seppure degradato.[7]

Il castello manfredonico, oltre alla sua mimetizzazione nella roccia calcarea, all`impervia e solitaria posizione, simile ad un nido d`aquila, che lo differenziava da altri fortilizi, contraddistinguendo il paesaggio e lo scenario della zona, acquistò rinomanza, anche fuori della Sicilia (lo volle visitare anche il kaiser Guglielmo II di Germania), per le leggende e le storie che riguardavano le sue mura.[8]

Rimasero nella mente di molte persone l`episodio delle tre donne murate vive; la tragica vicenda di Laura Lanza, figlia di Cesare e baronessa di Carini, effettivamente avvenuta e documentata in un atto del 1563, conservato nella chiesa parrocchiale del suddetto paese siciliano[9]; il fatto riguardante lo spagnolo don Guiscardo de la Portes, al servizio, nel 1392, del re Martino I di Sicilia, presunto fantasma del maniero, morto durante un combattimento contro il ribelle Andrea Chiaramonte.[10]

 


















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