DIRITTI DISTORTI - Fotoracconto di TICLI ENRICO

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DIRITTI DISTORTI

Fotoracconto di TICLI ENRICO - Alia Pubblicato il 24/06/2024
Quanti hanno avuto il privilegio di lavorare presso pubbliche amministrazioni o presso aziende private con contratti regolari conoscono bene l’importanza di uno dei diritti, ritengo, fondamentali di ogni lavoratore ovvero la possibilità di rimanere a casa, senza perdere la retribuzione, in caso di malattia…parliamo della Mutua.

Per dovere di cronaca bisogna ricordare quanto questo diritto sia mutato, nella sua fruibilità da parte del cittadino lavoratore, dalla fine degli anni novanta a seguire. Un tempo “la mutua” era uno strumento che, basandosi interamente sulla FIDUCIA che lo Stato (INPS) riponeva sul lavoratore, concedeva a quest’ultimo il riposo retribuito per malattia semplicemente dietro presentazione di un certificato medico che attestasse, appunto, un momentaneo malessere, fosse pure per una semplice emicrania. Blandi i controlli fiscali (quasi nulli) e retribuzione intera anche se il lavoratore rimaneva a casa per lunghi periodi di tempo.
Una legge di alto spessore, da paese civile dove il cittadino onesto, attento ai propri diritti e ai propri doveri, aveva a disposizione uno strumento che lo tutelava interamente in caso di bisogno. Nell’arco di qualche decennio, però, come siamo soliti fare in Italia, un diritto sacrosanto si trasformò in un abuso, un modo per allungare le ferie e per assentarsi ogni qualvolta non si aveva del tutto voglia di recarsi sul posto di lavoro. Ovviamente oltre all’enorme spreco di denaro pubblico facevano da cornice enormi disservizi causati dai lavoratori assenti tanto nelle aziende private quanto in quelle pubbliche.

Verso la fine degli anni novanta, al fine di porre rimedio alla falla che si era venuta a creare, a causa della disonestà del cittadino-lavoratore, si rese necessaria una seria revisione delle modalità di accesso alla mutua. L’inizio dei controlli fiscali a tappeto sarebbe bastato per porre rimedio agli abusi ma qualcuno ritenne opportuno penalizzare economicamente i lavoratori che usufruivano della mutua per periodi di tempo medio-lunghi. Da un lato ciò servì a far cessare l’allunga-ferie e i ponti prima e dopo i week end dall’altro però mise in croce, e ad oggi è ancora così, coloro che avevano veramente problemi di salute e che in funzione di ciò non potevano decidere di rientrare al lavoro nei tempi previsti per non subire tagli sulla retribuzione. Quanta rabbia mista a commozione nel vedere lavoratori con malattie terminali, costretti a rientrare al lavoro per non trovarsi senza retribuzione.!!!
E’ da criticare quello Stato che concede sussidi al cittadino riponendo fiducia su quest’ultimo oppure è da definire ladro quel cittadino che approfittandosi di una mano tesa fa man bassa e si prende pure il braccio?
Qui ci sarebbe da stilare un elenco senza fine di leggi a favore del cittadino che sono naufragate, o rischiano di farlo, per abusi da parte di quest’ultimo. Il Reddito di cittadinanza (legge sacrosanta di sostegno ai senza reddito unico neo per il mio modo di vedere è che doveva prevedere una prestazione d’opera in cambio del sussidio ricevuto), per la legge 104 (legge sacrosanta che permette ai lavoratori di assistere persone con gravi disabilità), per le pensioni di invalidità un tempo quasi di “libera concessione” ed oggi concesse solo dopo avere fatto andata e ritorno dal Creatore, e di tutte quelle leggi e leggine che avendo dovuto fare i conti con gli “scaltri” e i lestofanti sono state soppresse, o rischiano di esserlo, a tutto danno di coloro che trovandosi in reale stato di bisogno, trovano in questa o quell’altra legge un motivo di sopravvivenza.
Ogni tanto sarebbe opportuno anziché solo puntare il dito sugli altri farlo su sé stessi e provare a fare un po` alla tedesca quantomeno nel rapporto Stato-cittadino perché è assurdo che in questa nazione si sia incapaci di rispettare una sola regola senza, per far questo, dovere avere la “pistola” puntata al petto!! Più che un popolo civile sembriamo essere un popolo di Barbari di quelli che, trovando il buffet aperto, razziano tutto facendosi beffa di coloro che pur essendo più affamati di loro, per rispetto dell’altro, rimangono in fila attendendo il loro turno. Allora qui ci vuole uno Stato che non conceda nulla? Uno Stato che se decide di distribuire qualcosa al cittadino deve farlo con la massima cautela e aprire i granai solo in presenza dei carabinieri!!

 



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