Pove del Grappa – Monumento agli scalpellini

Radici & Civiltà

SGARBOSSA MARIANGELA SGARBOSSA MARIANGELA Pubblicato il 20/09/2005
Pove del Grappa – Monumento agli scalpellini

Pove del Grappa – Monumento agli scalpellini

Quando la voglia di natura incalza e il tempo a disposizione stringe perché non avventurarsi lungo uno dei brevi ma interessanti percorsi disseminati sui generosi fianchi del massiccio del Grappa?
Uno dei miei preferiti è quello che dall’abitato di Pove del Grappa arriva fino al monumento dedicato ai suoi benemeriti scalpellini (300mt di dislivello, 1h di salita).
Le testimonianze del lavoro svolto da questi artigiani della pietra sono numerosissime nei paesi di fondovalle e molti dei loro manufatti vanno a ruba nel fiorente mercato di materiali edili d’epoca. Davanzali, colonnette, capitelli, cornici di porte e finestre, vere di pozzo, macine (tutte rigorosamente in biancone di Pove che assomiglia molto al bianco di Carrara) si mescolano a mattoni e tegole vecchie nei numerosi depositi di vendita. Le rifiniture in pietra scolpita rendevano preziosa anche la più modesta abitazione o malga d’alta quota e creavano armonia con l’ambiente circostante.
Pove del grappa è stata sede di una notissima scuola di lavorazione del marmo che ha sfornato pure artisti di primo piano quali Antonio Bosa e Giovanni Fusaro.
Ora i magici scalpelli a mano sono stati sostituiti dai veloci e più efficaci trapani elettrici e da sofisticate macchine per il taglio del marmo. Tutto risulta perfetto ma, inevitabilmente, meno originale.
Per raggiungere il monumento degli scalpellini partendo dall’abitato di Pove del Grappa si va in auto fino al capitello dedicato a San Giuseppe lungo via Cornon. Lì c’è posto per 3 vetture altrimenti si può parcheggiare lungo la strada in discesa verso il centro. Si imbocca il sentiero numero 50 per Camposolagna, di fianco alla statua, che porta al capitello dedicato alla Madonna del Cornon. Il sentiero è ben lastricato, fiancheggiato da bei muretti a secco, altra testimonianza dello stretto rapporto fra gli uomini e le pietre del Grappa. Dopo circa 300mt ci si imbatte nel volto sorpreso di Leonardo, scolpito in loco da un pronipote degli scalpellini. Una volta arrivati al capitello della Madonna si prende il sentiero a destra passando sotto un grazioso portichetto attrezzato di tavolo, panche, e barbecue. Si continua fino ad un bivio. Lì si prosegue a sinistra (c’è il segnale: sentiero delle gallerie) lungo un sentiero a tornantini in mezzo al bosco (altro volto scolpito ti un troll) fino ad arrivare a due belle gallerie scavate nella roccia viva. Circa 200mt dopo le gallerie, attraverso un macereto, si raggiunge il monumento dedicato agli scalpellini.
L’arrivo è trionfale. Dalla piccola spianata lastricata sotto il fruscio delle bandiere al vento si domina a perdita d’occhio la pianura sottostante, purtroppo selvaggiamente urbanizzata. Si nota subito la silhouette del ponte vecchio sulla Brenta, il profilo dei Berici e degli Euganei e, nei giorni più limpidi, anche la cerchia murata di Cittadella. Lungo la salita c’è materiale in abbondanza anche per gli appassionati di flora e, ogni tanto fra le fitte fronde fa capolino un timido capriolo avventuratosi a bassa quota in cerca di qualcosa di buono. Seguendo la sterrata che conduce dal monumento alla località Pragolin dopo poco ci si imbatte nel Miry park attrezzato con tavoli e barbecue e dominato da una frequentatissima palestra di roccia naturale. Ancora pietra, per tutti gli usi.
Consiglio il ritorno per la via di salita in quanto il sentiero che parte sulla destra appena dopo il Miry park e che pure conduce al San Giuseppe è molto ripido e scivoloso.
Interessante per completare il giro una passeggiata per le vie di Pove alla scoperta delle opere degli scalpellini e una visitina al museo presso la biblioteca comunale.


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