Voci Siciliane

ALBERGAMO FRANCESCA ALBERGAMO FRANCESCA Pubblicato il 25/04/2010
Caro Enrico, in questo paese, anziché occuparsi dei tanti probl

Caro Enrico, in questo paese, anziché occuparsi dei tanti probl

Caro Enrico, in questo paese, anziché occuparsi dei tanti problemi che attanagliano il comune vivere civile, ci si occupa invece, di riesumare antichi fantasmi. La questione è sempre la stessa: celare il vero problema occultandolo con un falso anacronistico problema. Per certe battaglie non sono necessari confini politici o di altro genere, ma solo il comune senso civico, la consapevolezza dei propri diritti, che tanto più è forte, quanto più si adempie ai propri doveri. Tutti elementi questi, che ti contraddistinguono, ed è questo il vero problema. Te lo dice una che con il pensiero comunista ha avuto dimestichezza e ne ha compreso appieno luci e ombre; così come, in modo altrettanto chiaro, ha compreso luci e ombre del nuovo imperante pensiero, che crede di essere padrone di tutte le vite degli uomini e non accetta confronto, né tantomeno dissenso. Questo pensiero per certi versi non è poi così dissimile da una certa idea di comunismo, ma anche e soprattutto, dall’idea di fascismo e di tutti gli “ismo” di vecchia e nuova generazione; naturalmente a ciascuno la propria storia, quella già scritta anch’essa con le sue luci e le sue ombre, ma che non può essere oggetto di becero revisionismo. Tra i nuovi “ismo” si colloca il trasformismo. I trasformisti sono coloro che vogliono, volutamente, apparire liberali, progressisti, proiettati nel futuro; ma in realtà, nei fatti, tengono la testa costantemente rivolta al passato e la mente occupata da vecchi modelli conservatori e illiberali. Vecchia filosofia tutta isolana, perché tutto cambi per non cambiare nulla, e perché l’aria rimanga sempre stantia quanto basta ad intorpidire le menti e le coscienze, facendo leva sui bisogni e sull’atavica rassegnazione di un popolo, il nostro, incapace di liberarsi da sé e chiuso in silenzi altrettanto colpevoli come l’oppressione. Liberi tutti, quindi, di continuare a negare diritti, ad elargire offensive false promesse, ad alimentare incurie, a compiere misfatti e a contribuire così, al degrado non solo geografico, ma anche umano, economico e morale. Se poi accade che qualcuno decida di elaborare qualche liberissima, legittima denuncia, allora questi appare come un pericoloso nemico su cui mettere in atto strategie per renderlo innocuo. Tutto qui, niente di nuovo. La vera innovazione sta tutta nella capacità di sapere guardare avanti davvero, di scrollarci la bestia dell’apatia e della rassegnazione dalla pelle e agire, perché tutto cambi veramente e in modo irreversibile. Agire usando l’unico strumento a nostra disposizione: la parola. E’ questo un dovere verso i nostri figli, verso noi stessi, ma soprattutto, è la più alta forma di rispetto verso tutti coloro (senza confini politici) che per la libertà di parola sono morti, oppure hanno vissuto atrocità. Tra questi anche qualche comunista! Per tutto ciò, qualsiasi impegno civile atto a denunciare incurie, inadempienze e diritti negati deve essere rispettato e condiviso. La mia solidarietà è estesa anche ai tuoi collaboratori.

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